L’imprenditore campano Alfredo Romeo è stato arrestato questa mattina per corruzione nell’ambito dell’inchiesta Consip della Procura di Roma. Nei suoi confronti – che proprio oggi ha compiuto 64 anni – è stato anche disposto il sequestro patrimoniale di 100mila euro, che – a detta degli investigatori – sarebbero il provento della corruzione di un dirigente della Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana il cui azionista unico è il Ministero dell’economia e delle finanze (Mef).
Già indagato
I pm napoletani Carrano, Parascandolo e Woodcock avevano in passato indagato Romeo per concorso esterno in associazione mafiosa: l’imprenditore aveva assunto persone indicate da clan camorristici all’ospedale Cardarelli. Ma i magistrati sospettano anche che Romeo abbia corrotto il dirigente Consip Marco Gasparri. Inoltre, i pm napoletani ipotizzano che Romeo, in passato, abbia anche pensato di offrirsi per acquistare l’Unità pur di compiacere importanti “personalità politiche”.
Gli altri
L’inchiesta, trasferita nella Capitale per competenza, si è allargata dopo il coinvolgimento dell’attuale ministro Luca Lotti – all’epoca dei fatti contestati sottosegretario – di Tiziano Renzi, padre dell’ex premier (indagato per traffico di influenze) e del generale dei carabinieri, Tullio Del Sette. Gli investigatori hanno eseguito anche una serie di perquisizioni nei confronti dell’ex parlamentare di An e del Pdl Italo Bocchino, coinvolto nell’inchiesta Consip.
L’inchiesta
Tutto è scaturito da un’indagine che era stata avviata nei mesi scorsi dalla Procura di Napoli per presunte irregolarità nelle assegnazioni di alcuni appalti. Il fatto che il procedimento sia condotto dai magistrati dell’Antimafia è motivato dal presunto collegamento ai clan di alcuni dipendenti della ditta di pulizia, che fa capo al gruppo Romeo, che ottenne l’appalto per svolgere tale servizio all’ospedale Cardarelli di Napoli. Dagli accertamenti svolti dai magistrati emerse un presunto sistema di tangenti in riferimento sia all’appalto nell’ospedale Cardarelli che per altri lavori pubblici a Napoli. Gli sviluppi più importanti dell’indagine sono collegati alle intercettazioni telefoniche ed ambientali ed altre attività, come sequestri e perquisizioni (a Roma furono trovati in una discarica dei pizzini sui quali secondo l’accusa Romeo avrebbe annotato importo e destinatari delle mazzette) che hanno portato all’apertura del filone sugli appalti della Consip, la centrale di spesa della pubblica amministrazione. Ciò ha comportato una trasmissione, per competenza territoriale, di buona parte degli atti, alla Procura di Roma che sta operando in stretto contatto con i colleghi della Procura partenopea.