Inizio in 2015 in chiaroscuro per le imprese italiane. Se i saldi sono ancora negativi e ancora molte imprese, 18.685 unità, hanno chiuso nei primi tre mesi dell’anno, guardando ai settori, gli unici che vedono aumentare in modo apprezzabile la propria base imprenditoriale sono quelli del noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+1.953 imprese, di cui 501 artigiane), i servizi di informazione e comunicazione (+534) e sanità e servizi sociali (+237). E’ quanto emerge dalla dinamica del tessuto imprenditoriale di Movimprese, relativi alla nati-mortalità delle imprese italiane tra gennaio e marzo, elaborati da InfoCamere sulla base del Registro delle imprese e diffusi da Unioncamere. Il settore che invece arretra maggiormente è quello delle costruzioni, cui globalmente si deve il 41,7% dell’intero saldo negativo (7.785 imprese in meno). E questo “nonostante il comparto non artigiano sia lievemente cresciuto nel periodo” spiega la ricerca.
Infatti, guardando alle sole imprese dell’artigianato, il bilancio delle costruzioni segnala un -8.701 unità, “un valore -segnala lo studio- che da solo spiega completamente l’ulteriore battuta d’arresto del comparto edile”. Seguono le attività manifatturiere che si riducono di 3.210 unità (-0,56%). L’analisi a livello territoriale mostra saldi negativi in tutte e quattro le grandi ripartizioni, ciascuna comunque in lieve miglioramento rispetto ad un anno fa. Tra le regioni, il Lazio è l’unica a far registrare un saldo positivo per quanto contenuto (418 imprese in più, lo 0,07%). Delle altre, in sei casi (in ordine geografico: Trentino-Alto Adige, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata e Sicilia) il primo trimestre 2015 si è chiuso con un risultato peggiore del 2014. Tra gli artigiani, nessuna regione chiude in positivo e quelle in ulteriore contrazione rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno sono cinque: ancora il Trentino-Alto Adige, l’Emilia-Romagna, Marche, Lazio e Abruzzo.