“Adesso c’è da realizzare quanto fatto e scritto dentro il Patto con la Libia”. Lo ha detto a il ministro Angelino Alfano che, arrivando al Consiglio esteri Ue, ha osservato: “Abbiamo fatto bene a mandar giù l’ambasciatore, perché ha consentito di negoziare e di raccogliere il consenso necessario per rendere il più effettivo possibile questo che è un accordo globale”. Alfano ha aggiunto di aver parlato con l’Alto Commissario dell’Unhcr, Filippo Grandi, e che sentirà presto il direttore generale della Oim, Suu Ing, e il responsabile della Oim, William Swing, perché “dobbiamo fare un lavoro comune anche nella logica dell’organizzazione, della costruzione e del rispetto pieno del diritto internazionale e del diritto umanitario nei campi. La nostra collaborazione sarà per la stabilità, la sicurezza ed il miglioramento delle situazioni anche dal punto di vista infrastrutturali in Libia”.
Ma l’azione dell’Italia, specifica Alfano, “non si fermerà lì perché per noi il punto importante è anche il Niger“, uno dei Paesi di transito dei migranti verso la Libia. “Se noi riusciremo a fermarli prima, ossia a non farli transitare in Libia – ha spiegato il ministro degli Esteri – avremo fatto una grande operazione di contrasto ai trafficanti di essere umani”. “Credo che il lavoro messo in campo con il Fondo per l’Africa da 200 milioni e con gli stanziamenti per collaborare con i Paesi per noi strategici, come Libia, Niger o Turchia, è un lavoro che può dare risultati. E’ chiaro che sono questioni che non si risolvono con uno schiocco di dita o con uno stanziamento. Ci sarà da lavorare parecchio, ma abbiamo fatto un passo importante nella direzione giusta”.
Alfano ha anche assicurato che il governo metterà a disposizione ogni risorsa per frenare i flussi migratori. “Tutto quello che servirà per risolvere i problemi dei transiti nel Mediterraneo lo troveremo – ha sottolineato -. Tutti i soldi che serviranno, più un euro, lo troveremo. Non sarà un problema di soldi, ma di tenuta politica dell’accordo in riferimento alle istituzioni libiche ed alla loro solidità. Noi li aiuteremo e lo faremo nel pieno rispetto dei diritti umani, perché la forza dell’Italia in questi anni è stata quella di fare sposare sicurezza e solidarietà”. Alfano ha rivendicato che l’Italia è “uno di quei Paesi che è riuscito a dare sicurezza dando anche solidarietà” mentre “altri Paesi” hanno fatto l’una o l’altra cosa, mentre il nostro paese “continuerà” a farle entrambe.