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Il primo senatore nero della Repubblica è leghista

Probabilmente chi ha dato del razzista alla Lega durante la campagna elettorale appena conclusa, ora dovrà ricredersi. Il motivo è semplice: il primo senatore nero della storia della Repubblica Italiana è un militante del Carroccio. Si tratta di Tony Iwobi, responsabile Immigrazione del partito guidato da Matteo Salvini. Sono 25 anni che Iwobi milita tra le file del Carroccio, quando questo era ancora un partito secessionista e i cambiamenti imposti dall'attuale segretario sarebbero sembrati una lontanissima ipotesi. Ad annunciarne l'arrivo a Palazzo Madama, nella circoscrizione di Bergamo-Brescia, è lo stesso Iwobi tramite un post sul suo profilo Facebook.

Responsabile Immigrazione del Carroccio

Come riporta l'Agi, la nomina a responsabile Immigrazione del Carroccio risale a quattro anni fa, quando la Lega decise di istituire un dipartimento per la sicurezza e l'immigrazione. La scelta di Iwobi fu vista come una risposta a quella, avvenuta l'anno precedente, della congolese Cecile Kyenge come ministro dell'Integrazione nel governo Letta. Alla manifestazione contro l'operazione Mare Nostrum si presentò al mondo al grido “Stop invasione”, uno slogan caro alla Lega che Iwobi ha anche sfoggiato, in diverse occasioni sulle sue felpe. Nessuna contraddizione: lo stesso Salvini, infatti, ha sempre replicato alle accuse di xenofobia affermando di volere il rimpatrio dei clandestini e di considerare “italiani” gli immigrati regolari. Ed è questo il caso del senator Iwobi, che vive nel Bel Paese da ormai 40 anni (ne ha 62). Il suo programma? “Ci sono due tipi di immigrazione: quella regolare, che ben venga, e quella clandestina che è reato ovunque tranne che in Italia. Perché importare nuovi poveri senza poter garantire loro un futuro?

Contro lo ius soli

Nell'anno in cui venne scelto come responsabile Immigrazione del Carroccio, in un'intervista rilasciata a “Libero” ha spiegato perchè ha scelto di schierarsi con la Lega: “Per il federalismo; la Nigeria ha 36 Stati autonomi e confederati. È un progetto che funziona in Africa, perché non dovrebbe funzionare qui, che siamo nel primo mondo?”. E aggiunse: “Mi sono fatto da solo, col sudore della fronte. L’integrazione è fatta di doveri, non solo di diritti. Il ministro Kyenge parla di ius soli? Una follia. Intanto un bambino italiano con due genitori stranieri sarebbe già un problema secondo me. Ma soprattutto ci sarebbe l’invasione di immigrate che verrebbero a partorire qui, solo per avere la cittadinanza automatica. Sarebbe un caos incontrollabile. E poi chi pagherebbe i servizi sociali per tutti questi nuovi concittadini, visto che non ci sono più soldi neppure per le famiglie italiane? Chi li manterrebbe, chi garantirebbe un futuro qui a tutti questi nuovi italiani? Qualcuno se l’è chiesto?”.

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