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Il premier in Basilicata tra ferite passate e sfide futuro

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a crisi economica lucana come barometro della difficile situazione del Mezzogiorno nel suo complesso. L’ultimo Rapporto della Banca d'Italia sull'economia regionale consegna una condizione socio-economica particolarmente complicata. Un quadro a tinte fosche  per alcuni aspetti incancrenito negli anni, descritto in dettaglio sulla base di indicatori e  settori di attività. In particolare la visita del premier Giuseppe Conte allo stabilimento di Melfi della Fca coincide con una fase di grande preoccupazione per la vicenda ex Ilva di Taranto e per l'intero settore “siderurgia-automotive” che nel corso degli ultimi anni ha sofferto più degli altri la crisi economica con la perdita di migliaia di posti di lavoro.

Assenza di programmazione

“I dipendenti dello stabilimento di Melfi hanno pagato un prezzo molto alto con il ricorso frequente, nel corso dell'anno, agli ammortizzatori sociali”, afferma il segretario generale della Uil Basilicata, Carmine Vaccaro, in una lunga lettera aperta indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte atteso lunedì allo stabilimento Fiat Chrysler di Melfi. ''La situazione difficile che sta vivendo la manifattura italiana è una conseguenza anche dell'assenza di qualsiasi programmazione di politiche industriali da parte dei governi che l'hanno preceduta'', aggiunge il sindacalista della Uil ritenendo la visita di Conte ''carica di aspettative e significati'' perché è ''la prima di un premier dopo il programma di integrazione tra Fca e Psa''.

Avamposto sperimentale

Per lo stabilimento di Melfi come per tutti gli altri italiani ''ci sono insidie e potenzialità tutte ancora da verificare ma non saranno certo la più agguerrita competizione di marchi e mercati, la sovrapposizione dei modelli a spaventarci perché è ormai è un falso problema che appartiene a un'antica logica mono brand''. Inoltre Melfi ''può diventare un avamposto sperimentale della cooperazione internazionale''.  La situazione difficile che sta vivendo la manifattura italiana è “una conseguenza anche dell'assenza di qualsiasi programmazione di politiche industriali da parte dei governi che l'hanno preceduta'', aggiunge il sindacalista della Uil ritenendo la visita del premier Conte ''carica di aspettative e significati'' perché è ''la prima di un premier dopo il programma di integrazione tra Fca e Psa''.

La Regione non dimentica”

Lunedì il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte visita lo stabilimento FCA di Melfi e interviene all’assemblea pubblica nella zona industriale. “Solidarietà, prevenzione, sicurezza. La Basilicata non dimentica. È innanzitutto un impegno morale ricordare le vittime del 23 novembre 1980, di quegli attimi interminabili che seminarono morte e distruzione in tanti Comuni lucani”,  afferma il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, in occasione del 39° anniversario del terremoto che, nel 1980, colpì l'Irpinia e la Basilicata.

L’identità dei lucani

“Non c'era la Protezione Civile – spiega il governatore – che nacque proprio a seguito di quel tragico evento, ma centinaia di volontari accorsero da tutta l'Italia per scavare fra le macerie. Uomini dell'Esercito e delle forze dell'ordine innanzitutto, ma insieme a loro tante persone comuni e soprattutto tantissimi giovani che hanno insegnato a tutti il valore della solidarietà. Ancora oggi, a 39 anni di distanza, a loro va il nostro ringraziamento”. In questi lunghi anni, ricorda il presidente, “abbiamo imparato molte cose: la prima è proprio il valore della solidarietà, che fa parte dell'identità dei lucani, un popolo geloso delle proprie tradizioni e sempre disponibile all'ascolto e al confronto. Un popolo che in tante occasioni ha saputo ricambiare con generosità l'aiuto ricevuto in quella occasione e che tuttora sui quei valori basa il proprio senso di comunità. La ricostruzione è stata una vicenda lunga e complessa”.

I limiti di una classe dirigente

Ancora nei centri storici dei paesi lucani sono vive le ferite di quella tragedia che una ricostruzione mai pienamente attuata ha lasciato lì a imperitura memoria. Come pure quella promessa di sviluppo che non fu mai pienamente mantenuta. “Se il post terremoto ci ha lasciato realtà importanti come l'Università degli Studi, non possiamo dimenticare i capannoni abbandonati, in alcuni casi ancor prima di essere inaugurati, e le difficoltà registrate nelle politiche di sviluppo, che hanno segnato i limiti di una classe dirigente – sottolinea il governatore -. La Basilicata comunque è andata avanti, e proprio nella sua università sono cresciute competenze e professionalità rilevanti nel campo della prevenzione antisismica. Un patrimonio che va valorizzato perché, in Basilicata come anche nel resto del Paese, oggi sono ancora troppi gli edifici pubblici e privati da mettere in sicurezza. E questo è uno degli obiettivi che siamo impegnati a realizzare in questa legislatura”.

Interventi di prevenzione

La sicurezza dei cittadini lucani, secondo Bardi, è un valore imprescindibile per il governo regionale che mi onoro di presiedere. “Se un insegnamento dobbiamo trarre dalla vicenda del terremoto del 23 novembre 1980 è proprio questo: gli eventi naturali, come abbiamo visto di recente anche in Basilicata, con le alluvioni che hanno interessato Matera e il Metapontino, non possono essere evitati- evidenzia Bardi-. Ma attraverso adeguati interventi di prevenzione è possibile mitigarne i danni. Nei prossimi anni questo tema sarà al centro del dibattito e delle scelte che le istituzioni ad ogni livello, da quelle locali a quelle sovranazionali, saranno chiamate ad affrontare. Noi non ci faremo trovare impreparati”.

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