Non è la prima rilevazione a dimostrarlo: il posto fisso in Italia sembra essere sempre più un miraggio. L'Osservatorio Inps sottolinea che è in flessione, nel 2017, il numero di lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato (che includono anche gli apprendisti, salvo una piccolissima quota classificata tra gli stagionali): sono stati 11.406.556 lavoratori più del 74,5% del totale in leggera flessione rispetto al 2016 (-1,7%), con una retribuzione media annua di euro 25.676 e 277 giornate medie retribuite. In forte crescita invece il numero dei lavoratori con contratto a tempo determinato (+27,8%) e stagionale (+12,3%) dovuta in buona parte all'abolizione dei voucher (da marzo 2017).
Facendo un confronto territoriale, si legge sull'Agi – nel 2017 il numero medio di lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato è massimo nel Nord-ovest con 3.571.630 lavoratori e un'incidenza sul relativo totale pari all'84,7. La tipologia contrattuale del tempo determinato, invece, presenta la maggiore incidenza percentuale nel Sud e nelle Isole rispettivamente con il 16,4% e 16,9%, (media nazionale: 15,6%). Infine per lo stagionale la maggiore incidenza percentuale sul totale è nel Nord-est con il 2,8%, contro il valore nazionale pari all'1,6%. Analizzando la distribuzione dei lavoratori per area geografica di lavoro, nel 2017 quasi un terzo dei lavoratori dipendenti (31,9%) lavora nelle regioni del Nord-ovest. Segue il Nord-est con il 23,7%, il Centro (21,0%), il Sud (16,5%) e le Isole (6,9%), solo lo 0,1% lavora all'estero.