Per il Pd si preannuncia l’ennesima resa dei conti nella direzione che andrĆ in scena oggi. Al centro del dibattito ci sarĆ la legge elettorale. L’accelerata impressa dalla maggioranza, che ha calendarizzato per domani il voto finale da parte della Camera, non ĆØ piaciuta all’opposizione interna. Il timore ĆØ sempre quello: se il testo dovesse passare cosƬ com’ĆØ Matteo Renzi potrebbe plasmare il partito, e i futuri gruppi parlamentari, a sua immagine mettendo in fuorigioco la maggioranza. Il decisionismo del premier infastidisce la vecchia guardia e anche quella componente dem che guarda piĆ¹ a sinistra, da Civati e Cuperlo, passando per Stefano Fassina.
Proprio l’ex viceministro dell’Economia ieri ha lanciato un messaggio chiaro al presidente del Consiglio. “Sull’Italicum daremo battaglia in Parlamento – ha detto –Ā Senza cambiamenti significativi, per quanto mi riguarda la legge elettorale non ĆØ sostenibile”. Fassina assicura la volontĆ fare “la nostra parte” ma ammette che i numeri su cui puĆ² contare Renzi “sono schiaccianti” e quindi si preannuncia “l’ennesima esibizione muscolare”. Una resa di cui l’ex viceministro si rammarica: “Dispiace che non si potrĆ discutere perchĆ© non ĆØ un problema della minoranza.Ā Legge elettorale e riforme portano l’Italia a un presidenzialismo di fatto. Tutti dovrebbero preoccuparsi dell’arretramento della democrazia italiana”.
Da esperto economista Fassina ha anche spento gli entusiasmi sulla ripresa che arrivano dall’ala renziana: “Luca Ricolfi sul Sole 24 Ore, una fonte insospettabile, fa giustizia della tanta propaganda di questi mesi” – ha spiegato a Rainews24 – siamo a enfatizzare dati molto parziali e molto relativi. Abbiamo messo 10 miliardi sugli sgravi contributivi, vorrei vedere che non ci fossero qualche decina di migliaia di contratti in piĆ¹. Ma questo prima che entrasse in vigore il jobs act”.