“Con il nuovo piano nazionale vaccini, collegato ai nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), il cui decreto è stato firmato dal premier Paolo Gentiloni, i vaccini saranno gratis per tutti e senza pagamento del ticket, perché i vaccini non sono da considerarsi una cura ma attengono alla prevenzione collettiva della popolazione”. Lo ha annunciato all’Ansa la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin. Tra le profilassi che saranno gratuite si sono l’anti-Pneumococco, l’anti-Meningococco, il Papillomavirus anche agli adolescenti maschi e il vaccino anti-influenzale per gli anziani over-65.
“Per l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza non bisognerà attendere altri 15 anni“, ha sottolineato Lorenzin, ricordando come sia stata infatti costituita la Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Lea. “La Commissione – ha spiegato – avrà il compito di monitorarne costantemente il contenuto dei Lea, escludendo prestazioni, servizi o attività che divengano obsoleti e valutando di erogare a carico del Servizio sanitario nazionale trattamenti che, nel tempo, si dimostrino innovativi o efficaci per la cura dei pazienti”. Lo stanziamento previsto, ha ricordato Lorenzin, è pari a 800 milioni.
Ma secondo Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato Tdm-Cittadinanzattiva, “la notizia dei Lea in prossima uscita in Gazzetta Ufficiale presenta luci ed ombre: luci perché l’aggiornamento lo aspettavamo da circa 15 anni e perché introduce prestazioni indispensabili ed innovative come la procreazione medicalmente assistita, riconosce alcune patologie croniche e rare e quindi esenzioni per le persone che ne sono affette, aumenta l’offerta di vaccini e aggiorna il nomenclatore di protesi e ausili”. Ombre perché “sono presenti purtroppo anche alcune misure con cui i cittadini faranno i conti Dall’aumento dei ticket a loro carico (almeno 18,1 milioni di euro in più per le stesse prestazioni che hanno oggi) alla riduzione del numero di visite ed esami in esenzione per alcune patologie croniche, ad esempio per l’ipertensione, al mancato riconoscimento ancora di alcune patologie”. E ancora, aggiunge, “si cancellano dalla lista Lea dispositivi erogati finora, come plantari e calzature ortopediche, perché si prescrivono troppo e non perché siano inutili”. Inoltre, prosegue, “ci preoccupa l’accettazione e giustificazione per legge delle differenze regionali, come nel caso dei cibi aproteici per chi soffre di nefropatia cronica per i quali ci saranno limiti e modalità di erogazione fissati dalle Regioni. Infine sulle prestazioni socio-sanitarie le misure sono ancora troppo vaghe anche per gli effetti sui costi che dovranno sostenere le famiglie”.