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Il M5s insiste: “Rapporto deficit/Pil al 2,4%”

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Sarà un Consiglio dei ministri infuocato quello che, nella giornata di domani, dovrebbe portare all'approvazione della nota di aggiornamento del Def, offrendo risposte più o meno definitive su quelli che saranno gli scenari in cui si discuterà la Manovra. Il nodo, per quanto riguarda l'asse di governo M5s-Lega, è convincere il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, a far toccare il rapporto fra il deficit e il Pil al 2,4%, sforando quindi la quota limite dell'1,6% concordata con l'Europa. Una patata decisamente bollente per il titolare del Mef, incastonato fra l'urgenza di fornire risposte agli italiani sul programma di governo (va ricordato che all'interno della Manovra troverà posto anche il reddito di cittadinanza) e le conseguenze che l'innlzamento del rapporto deficit-pil sortirebbe.

Di Maio: “Vogliamo soddisfare gli italiani”

Sulla questione del deficit oltre il 2% si è espresso anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. O meglio, parlando da New York, il premier ha preferito “non dare numeri sino a quando non delibereremo”, rimandando ogni discussione a dopo il voto del Cdm. Più esplicito, invece, il commento del vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, secondo il quale “serve un nuovo vertice, perchè c'è tanto lavoro da fare” anche perché, spiegano fonti del Movimento 5 stelle, vi sarebbero ancora alcuni ostacoli alla rimozione della Legge Fornero (altro punto focale del contratto di governo, pur se maggiormente da parte leghista) posti dallo stesso ministro dell'Economia. Ospite a “Circo Massimo”, il ministro dello Sviluppo economico ha insistito sul fatto che “non possiamo solo tenere d'occhio i numeri” poiché “prima vogliamo soddisfare le esigenze dei cittadini”.

La linea Tria

Intanto, dalla convention di Confcommercio il capo di Via XX Settembre continua a tenere la barra dritta, sostenendo che “l'obiettivo è quello di un mix di politiche che mostri che si può avere fiducia nell'Italia”, proseguendo sulla corrente di pensiero che vuole una Manovra che preveda misure in grado di garantire la stabilità: “Ovviamente – aveva specificato – ognuno può avere la sua visione, ma in scienza e coscienza, come si dice, bisogna cercare di interpretare bene questo mandato… Sarà una manovra di crescita, non di austerity, ma che non crea dubbi sulla sostenibilità del nostro debito, bisogna continuare nel percorso di riduzione del rapporto debito Pil”.

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