Il governo corre sul decreto Genova che nelle prossime ore dovrebbe finire sulla scrivania del presidente Mattarella.
Al lavoro
“Abbiamo scelto di fare questo incontro sull'Ilva a Genova per dimostrare ancora una volta la vicinanza alla città in questo momento delicato. Come ha annunciato il presidente del Consiglio, domani il decreto Genova sarà al Quirinale e poi ci sarà la pubblicazione in Gazzetta” ha assicurato il vicepremier Luigi Di Maio. Il decreto, ha aggiunto, “farà anche un po' di giustizia, perché ci sono dei responsabili, si chiamano Autostrade a cui faremo solo mettere i soldi”. Il ministro dello Sviluppo economico ha ribadito, rispondendo ai cronisti, che “assolutamente non sarà Autostrade a ricostruire il ponte“. Matteo Salvini, da parte sua, ha spiegato che “si è scelto giustamente di coinvolgere gli enti locali, il sindaco, il governatore. Non sono quello che fa tanti giri di parole, il presidente del Consiglio, ha detto che conta che il testo del decreto arrivi domani, quindi io mi fido sul fatto che Conte abbia ragione, e che arrivi domani“.
La Regione
Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha fatto sapere che non saranno tollerati “ritardi“. L'obiettivo è ricostruire il nuovo ponte – che sostituirà quello crollato lo scorso 14 agosto – “in 12, massimo 15 mesi“. “Aspettiamo un decreto che era partito molto male, senza di noi. Abbiamo lavorato, anche insieme a Conte, per una serie di misure per la ricostruzione con soggetti interessati, soggetti che avevano il dovere di farlo. Poi il governo ha preso un'altra strada” ha detto a Rtl. La Regione sta “montando i sensori per poter far rientrare persone in casa prima che poi i resti del ponte siano demoliti. Vogliamo inoltre riattivare la viabilità nella Val Polcevera, che è densamente popolata, ci sono aziende collocate nell'area. Questa è l'urgenza, poi se il governo vuole fare riflessioni sulle infrastrutture in Italia, Genova non può attenderle”. Quanto a chi dovrà occuparsi della ricostruzione, Toti ha detto che Fincantieri “piace a tutti noi, è di Genova ma secondo noi vanno messe insieme più aziende, per esempio Autostrade che per legge al momento è ancora concessionaria di tremila chilometri di rete, compreso il ponte Morandi . Poi se i vertici hanno sbagliato devono pagare. Se Autostrade non ha fatto investimenti deve pagare, come anche il ministero delle Infrastrutture se non ha controllato ha pari responsabilità. Questa vicenda ha tante responsabilità. Senza banalizzare, però se faccio un incidente stradale, con la mia automobile che è distrutta, prima bisogna pagare perché io faccia riparare la mia auto, con cui vado a lavorare e porto i figli a scuola, poi si cambia codice della strada poi si verifica la responsabilità di chi mi ha investito, ma per prima cosa, devo avere la mia auto riparata”.