L’addio di Cofferati agita le acque in casa Pd. Lo strappo, seguito alla sconfitta dell’ex sindaco di Bologna alle primarie liguri, è destinato a produrre conseguenza sul partito di Matteo Renzi. Secondo Stefano Fassina, uno dei leader dell’opposizione interna al premier, il caso produrrà ripercussioni sull’elezione del capo dello Stato, così come la “Salva Berlusconi” contenuta nel decreto fiscale e la chiusura sulle riforme. Un avvertimento considerato “strumentale” dai renziani e soprattutto inopportuno nella settimana in cui, con ogni probabilità, inizieranno gli incontri tra il presidente del Consiglio e i leader degli altri partiti (Berlusconi in testa) per scegliere un nome da spedire al Colle il prima possibile, magari già entro fine gennaio.
Renzi ha annunciato che renderà noto il suo candidato non prima del 28 gennaio. Dunque, se restano più alte le chance di alcuni papabili rispetto ad altri (Giuliano Amato, Sergio Mattarella e Pier Carlo Padoan, i più quotati), nessuno è fuori dalla partita: da Piero Fassino a Walter Veltroni, da Anna Finocchiaro a Graziano Delrio. In ogni caso per andare a dama bisognerà guardarsi soprattutto da possibili franchi tiratori, come quelli che nel 2013 affossarono Romano Prodi. La situazione non è la migliore dentro Pd e Forza Italia. Il capo delo governo è alle prese con le solite lotte interne, mentre dentro Fi non si è ricomposta la frattura tra Silvio Berlusconi e Renato Brunetta.