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Il Consiglio dei Ministri vara la legge di Stabilità

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Dopo vari tira e molla, la legge di Stabilità è stata approvata dal Consiglio dei Ministri prima di essere inviata a Bruxelles. L’Unione europea valuterà gli impegni presi dall’Italia e il 29 ottobre darà il suo responso, chiedendo eventuali correzioni. Tra risparmi e tagli di tasse avrà un impatto su cittadini e imprese. ”Lo capisce tutto il mondo tranne qualcuno in Europa: la crescita è una priorità”, si è lasciato sfuggire il premier Matteo Renzi. Già perché uno degli snodi, anche per la manovra italiana, rimane Bruxelles. In vista del Consiglio il presidente del Consiglio ha cinguettato su Twitter: “La differenza tra la finanziaria del 2014 e quella del 2015 è che ci sono 18 miliardi di tasse in meno. Tutto qui. L’Italia riparte”.

Matteo Renzi e il suo governo si giocano molto con la Stabilità 2015: una manovra da 36 miliardi con la quale il premier si impegna a tagliare tasse per 18 miliardi con la speranza di rilanciare le crescita e i consumi. Proprio per spingere i consumi alla fine l’esecutivo ha deciso di inserire nella Legge la possibilità, per i lavoratori dipendenti privati, di chiedere l’anticipo, mese per mese, del proprio Tfr. Nel disegno emerso nei giorni scorsi, la manovra si è andata definendo in base a due voci fondamentali di copertura: deficit aggiuntivo e spending review. Con deficit aggiuntivo si fa riferimento al margine che il governo ha deciso di “prendersi” nel rapporto tra deficit e Prodotto interno lordo: Renzi ha anticipato che la Stabilità porrà quel parametro al 2,9% contro il 2,2% precedentemente indicato e comunque sotto il 3% delle norme Ue. Ciò comporta 11,5 miliardi di spazi finanziari aggiuntivi. Quanto invece alla spending review, hanno trovato conferma le ultime indicazioni fornite da Renzi e dal sottosegretario Graziano Delrio che hanno riportato l’asticella dei tagli intorno a 15 miliardi, la somma indicata dall’ormai ex commissario alla Spending, Carlo Cottarelli. Il premier in conferenza stampa dopo il Cdm ha detto: “La legge di stabilità parte con un numero, 18, come larticolo, ma anche diciotto come le tasse in meno che noi abbiamo previsto per questa manovra. In un anno diciotto miliardi di tasse in meno. 15 miliardi verranno dalla spending review”. I tagli veri e propri riguarderanno gli acquisti di beni e servizi e in particolare i Ministeri (5 miliardi) e gli enti locali: Regioni (3 miliardi), Comuni (1,8 miliardi) e Province (5 miliardi).

I 3,8 miliardi della legge di Stabilità derivanti dalla lotta all’evasione fiscale sono un “totale prudenziale che derivano dalla grande battaglia che non si fa attraverso la lotta al cliente che esce dal negozio – ha affermato Matteo Renzi – ma dallincrocio delle banche dati. Una gigantesca battaglia che porta a cifre di cui siamo sicuri”.  E il primo ministro ha continuato illustrando le novità della Legge: “Arrivano 800 milioni per le partite Iva: 900 mila italiani avranno uno sgravio fiscale per i redditi sotto i 15 mila euro”. La misura, spiega Renzi, è destinata “ai giovani sotto i 35 anni, al primo impiego, con un livello di reddito sotto i 15mila euro. Anzichè spendere centinaia di euro per il commercialista e decine di euro per la varie tasse, avranno ora un regime forfettario che porterà a agevolazioni per 800 mln di euro. Non ce ne vorranno i commercialisti”.

Renzi, annunciando 1,9 mld per gli sgravi alle assunzioni a tempo indeterminato nella legge, si è rivolto anche alle imprese: “Caro imprenditore, assumi a tempo indeterminato? Ti tolgo l’articolo 18, i contributi e la componente lavoro dall’Irap. Ti tolgo ogni alibi e ti do una grande occasione”. Ha anche confermato il bonus di 80 euro: “Sono 9,5 miliardi – ha detto – Speravo fossero 10 ma sono comunque la conferma sistematica del bonus alla faccia di tutti quelli che hanno detto che non ce la facciamo”.

Ha poi concluso: “Nella lettera alla commissione noi pensiamo che per l’Italia valgano la duplice categoria delle circostanze straordinarie: riforme strutturali e situazione economia. La situazione è evidente, abbiamo inserito un aggiustamento strutturale ma siamo comunque disposti a dialogare con la commissione di oggi e domani”.

 

Sara Sbaffi: