A un giorno dal voto le trattative per la costituzione di una maggioranza stabile da presentare a Sergio Mattarella sono entrate nel vivo. Preannunciando le sue dimissioni da segretario Pd, Matteo Renzi è stato chiaro nel ribadire che nel nuovo progetto politico del partito non ci sarà spazio per “inciuci“.
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Concetto sul quale è il leader dem è tornato anche oggi. “Le elezioni sono finite, il Pd ha perso, occorre voltare pagina – ha sbottato Renzi -. Per questo lascio la guida del partito. Non capisco le polemiche interne di queste ore. Ancora litigare? Ancora attaccare me? Nei prossimi anni il Pd dovrà stare all'opposizione degli estremisti. Dobbiamo stare dove ci hanno messo i cittadini: all'opposizione. Se qualcuno del nostro partito la pensa diversamente, lo dica in direzione lunedì prossimo o nei gruppi parlamentari”. Evidentemente il segretario dimissionario ha fiutato l'aria del compromesso in alcuni ambienti del partito.
Vincitore
Poco dopo è arrivata la replica dell'altro Matteo (Salvini), vincitore dell'ultima tornata. “Renzi è vittima della sua arroganza. Peccato, perché c'è una tradizione di sinistra che non vota o che guarda alla Lega e cercheremo di raccogliere queste forze”. Insomma, il centrodestra non esclude assi inediti per raggranellare quel pugno di seggi in Parlamento che gli servono per avere la maggioranza. Anche se Salvini ha chiarito: “Se verremo chiamati, siamo pronti. Non facciamo accordi partitici o politici, noi abbiamo un programma: chi condivide programma ci sta bene“. Il leader del Carroccio, forte della legittimazione popolare, ha poi ricordato agli alleati che il “candidato premier” della coalizione è lui. “C'è un Parlamento, c'è un candidato premier e c'è un programma che porterà l'Italia fuori dalle sabbie mobili – ha aggiunto – chi vuole sostenere questo programma lo accettiamo. Ma non faremo accordi partitici“.
Strategia
Lontano dalla luce dei riflettori nel centrodestra, intanto, si lavora sulla strategia di adottare per mostrare la compattezza della coalizione e la consistenza dei numeri. La proposta sarebbe quella di costituire gruppi unici in Parlamento. Al momento non è stata presa alcuna decisione in merito, hanno spiegato all'Agi fonti parlamentari. Si tratta solo di un'idea discussa anche dai tre leader ma in ogni caso si sta studiando la proposta politica da portare alla camere per provare a costruire le condizioni affinché il Capo dello Stato possa decidere di conferire l'incarico di formare un nuovo governo al centrodestra. Ad Arcore è andato in scena un summit dei “big” azzurri. Presenti, tra gli altri, Tajani e i capigruppo Romani e Brunetta.