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I numeri del cybercrimine italiano

Apochi giorni dalla multa da 1 milione di euroĀ del Garante della privacy nei confronti di Facebook per lo scandalo Cambridge Analytica vengono alla mente inquietanti pensieri su presente e futuro della nostra epoca, fondata sul potere tecnologico. La vicenda della societĆ , che attraverso un'app per test psicologici ha avuto accesso alle informazioni personali di 87 milioni di utenti, ha dimostrato in modo inequivocabile che la privacy delle persone ĆØ il petrolio della rivoluzione digitale alla quale apparteniamo. Disponendo di dati, o peggio ancora, notizie inerenti la sfera privata di una personaĀ e capacitĆ  informatiche, un delinquente puĆ² rovinare l'esistenza di un altro individuo. Ecco perchĆ© molti criminali – terroristi, frodatori, incitatori di odio e chi commette violenze e abusiĀ nei confronti dei minori – hanno abbandonato gli strumenti tradizionali, in favore di quelli informatici per commettere il reato.Ā 

I dati del cybercrimineĀ in Italia

Soltanto con l'ausilio di dati e le storie ad essi legati si comprende l'entitĆ Ā del fenomeno. “Nellā€™ambito della pedopornografia online”, si legge nel rapporto Clusit 2019,Ā “sono stati eseguiti 43 arresti e denunciate 547 persone. Il monitoraggio della rete ha visto coinvolti ben 33.086 siti internet, di cui 2.182 inseriti in black list”. Il Centro ad hoc della Polizia Postale rivolge massima attenzione al contrasto di fenomeni emergenti che scaturiscono da fragilitĆ  psico-emotiva dei minori, tra i quali ci sono episodi di istigazione allā€™autolesionismo e al suicidio, strutturati anche in modalitĆ  di sfida o di gioco. In particolare il riferimento ĆØĀ al “Blue Whale”, che ha fatto registrare circa 700 segnalazioni, delle quali 270 confluite in comunicazioni di notizie di reato alle Procure. Senza dimenticare i reati di incitamento allā€™odio, cosiddetto “hate speech”, in questo campo sono oltre 5.000 gli spazi virtuali monitorati. Dove vengono generate condotte discriminatorie di genere, antisemite, xenofobe e di estrema destra. Agghiaccianti i numeri delĀ financial cybercrime. Qual ĆØ lā€™entitĆ  del danno? 38 milioni e 400mila euro, le forze dell'ordine sono riuscite aĀ restituirneĀ 9 ai legittimi proprietari. In questa attivitĆ  illecita sono fondamentali i cosiddetti “money mules”, primi destinatari delle somme provenienti da frodi informatiche, che offrono la propria identitĆ  per lā€™apertura di conti correnti eĀ carte di credito sui quali vengono poi accreditate le somme illecitamente acquisite. IndentificatiĀ sul territorio nazionale 101 “money mules”, di cui 50 arrestati e 13 denunciati. Le transazioni fraudolente sono state 320, per un totale di circa 34 milioni di euro, di cui circa 20 milioni euro sono stati bloccati e/o recuperati grazie alla piattaforma. Alla base di questi illeciti il “phishing“, ossia il fenomeno che attraverso tecniche di ingegneria sociale, cioĆØ imitando per aspetto e contenuti i messaggi legittimi di fornitori di servizi, richiede di inserire informazioni riservate come il numero della carta di credito o le credenziali di accesso.Ā 

Il terrorismo internazionale di matrice jihadista

Tema che merita un capitoloĀ a parte, in particolareĀ la prevenzione eĀ il contrasto ai fenomeni di radicalizzazione. Chi indaga haĀ monitoratoĀ 36.000 spazi web e rimossoĀ 250 contenuti. ƈ emerso anche il repentinoĀ spostamento di chi fa proselitismo: da Facebook, Google eĀ Twitter, a Telegram e WhatsApp,Ā in quanto questi ultimi due servizi di messaggisticaĀ garantiscono maggiore riservatezza. Dunque si sta passando da forme di comunicazione di massa, ben strutturate, alla diffusione di materiale autoprodotto attraverso lā€™utilizzo di mezzi piĆ¹ semplici, quali smartphone, ma che comunque trovano diffusione attraverso canali sommersi e forme di comunicazione compartimentate. Pardigma di tutto ciĆ² il caso di un minore italiano di origine algerina, che all'interno del canale Telegram composto da circa 200 utenti istigava a commettere delitti di terrorismo. Dalle indagini ĆØ risultato che il minorenne fosse in possesso di elevate capacitĆ  tecnico-informatiche, padronanza linguistica non comune e approfondita conoscenza dei testi dell'Islam. PerĆ² nella vita reale il ragazzo non frequentava la moschea, nĆ© ambienti contigui all'estremismo islamico. Un caso diĀ vera e propria cyber jihad.Ā 

Anche il mondo dell'istruzione si adeguaĀ 

InizierĆ  presso l'UniversitĆ  di Foggia, il prossimo 15 settembre, con iscrizioni aperte da luglio, il primo corso in Italia di laurea specialisticaĀ in Scienze Giuridiche della Sicurezza. “L'iter di studio – afferma il Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Donatella Curtotti – vuole creare degli esperti in questa delicata materia. Nell'anno iniziale gli studenti si concetreranno sui molteplici aspetti che riguardano la privacy. Nel secondo, invece, sceglieranno uno dei tre settori inerenti alla sicurezzaĀ in cuiĀ specializzarsi: territorio e Stato, digitale o delĀ lavoro”. Il corso per precisa scelta dell'Ateneo non sarĆ  a numero chiuso, proprio per garantire ai ragazzi la possibilitĆ  di formarsi. PerchĆ© ĆØ ormai evidente che la preparazione giuridica deve interagire con queste tecniche. “In un continuo bilanciamento tra le attivitĆ  di indagine e prevenzione, con quella di tutela della riservatezza”, conclude Curtotti.Ā 

Il parere del Sindacato Italiano Appartenenti Polizia

“Oggi la prevenzione delle nuove forme di crimine – dichiara il Segretario Generale del Siap, Giuseppe Tiani – richiede un controllo sempre piĆ¹ capillare del territorio inteso non solo in senso fisico, ma soprattutto la tempestiva capacitĆ  di reazione alle potenziali situazioni di crisi”. Il perchĆ© ĆØ presto detto: grazie a smartphone e tablet, i cittadini saranno sempre piĆ¹ in grado di interagire con le istituzioni fornendo informazioni precise in tempo reale relative allo stato di sicurezza. “In questo millennio – concludeĀ Tiani – la sicurezza e la tecnologia sono due concetti indissolubili: la sicurezza non puĆ² essere offerta al cittadino se le forze dell'ordine, oltre ad una presenza sul territorio non utilizzano a piene mani la tecnologia in quanto la criminalitĆ  organizzata, che dispone di ingenti capitali, la usa in modo massivo“.Ā 

Un esempio concreto

Fino a pochi anni fa per incastrare un killer esistevano solo le impronte digitali, oggi c'ĆØ il riconoscimento facciale. Ma la nuova frontiera delle indagini ĆØ rappresentata dal teatro virtuale. Esso consente di osservare la scena del crimine da tutti i punti di vista offrendo agli investigatori una ricostruzione completa. Nella scena virtuale vengono inseriti gli elementi emersi dal soprallugo della Polizia Scientifica, quindi utilizzando una serie di telecamere con un complesso software si ricostruiscono i movimenti delle vittime, dei criminali e dei testimoni, essenziali per l'investigatore che deve individuare i colpevoli del delitto.Ā 

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