Dall’accordo con Pd e Fi sul modello tedesco come base per la legge elettorale non si torna indietro. Beppe Grillo lo fa capire a chiare lettere in un post comparso sul suo blog. “I portavoce del M5s – scrive – devono rispettare il mandato arrivato dal voto online perché il testo depositato in Commissione corrisponde al sistema votato dai nostri iscritti”. Pertanto “se gli altri partiti non cambieranno idea sul modello tedesco i portavoce del M5s voteranno a favore del testo: non è il nostro modello ideale ma è un sistema costituzionale che può diventare legge solo grazie a noi“.
Grillo ha poi assicurato che “come gli iscritti hanno deciso, stiamo cercando di inserire alcuni correttivi di governabilità che possano evitare il grande inciucio post elettorale. Correttivi che potrebbero permettere ad un solo partito di avere la maggioranza dei seggi in Parlamento raggiungendo circa il 40% dei voti. Il proporzionale tedesco ha garantito al partito della Merkel il 49% dei seggi con il 41% dei voti. Noi vogliamo qualcosa di più per favorire ulteriormente la governabilità”.
Il “tedesco”, aggiunge, “non prevede preferenze, ma prevede liste talmente corte da renderle superflue, che sono proprio quelle raccomandate dalla Corte costituzionale nella sua sentenza ammazza-Porcellum perché in grado di far riconoscere gli eletti agli elettori, e in ogni caso il MoVimento 5 Stelle indirà le parlamentarie online che si svolgeranno su Rousseau. Non ci interessa garantire la rielezione di questo o quell’altro portavoce“.
Ma la base resta divisa, nonostante l’intervento del Garante. “Bravissimi!!”, “Bene Beppe. Grazie”, è il secco commento di alcuni utenti ai quali si affiancano, tuttavia, altri che protestano. “Ok Beppe lo abbiamo votato ma ricordati comunque anche tutte le battaglie che abbiamo fatto per avere le preferenze e non persone scelte dai partiti”, scrive ad esempio Roberto mentre Franco osserva: “Gli iscritti hanno votato per il modello tedesco. Questo presentato da Fiano non ha niente a che vedere con quel modello se non il nome e lo sbarramento al 5%“. Altri criticano invece il metodo usato dal leader del Movimento. “Questo comunicato fa schifo, puzza di diktat e di imposizione. Gli iscritti certificati non hanno deciso un bel niente, hanno solo detto si o no ad una scelta fatta dai vertici”, scrive Achille. “Scusate ma questo dietrofront non ce lo meritiamo. Dovessi votare ora sarebbe No. Spero che a legge approvata si faccia la votazione in rete e vi assicuro che, a queste condizioni, il risultato sarà molto diverso”, incalza Guido mentre ricorda il voto online sul Democratellum e sottolinea: “Anche noi abbiamo i nostri piccoli e grandi difetti ma c’è una cosa sulla quale ci distinguiamo da tutti gli altri: la coerenza…”. Paolo, infine, approva la mossa di Grillo e scrive: “Grazie alle parlamentarie online confermeremo i nostri collaudati Portavoce, e bloccheremo i candidati tipo Cassimatis“.