Si apre una settimana decisiva per la riforma della legge elettorale, sembra probabile l’ipotesi della fiducia anche se fino ad oggi le modalità con cui superare il passaggio parlamentare non sono state decise. Quindi non si escludono né le prove di forza, come la richiesta di un voto di fiducia, né la via del recupero dei dissidenti del Pd e di altri partiti della maggioranza, su cui si è detta sicura il ministro Maria Elena Boschi. Le parole del premier Renzi, secondo cui una bocciatura dell’Italicum alla Camera porterebbe alla caduta del governo, non sono comunque piaciute alle diverse parti al governo e le critiche non sono mancate. Ad aprire le polemiche è stato l’ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, secondo cui il legame che ha fatto Renzi, tra approvazione dell’Italicum e prosieguo della legislatura sarebbe “una pressione sul Parlamento indebita perché non tocca al Governo” decidere le riforme poichè “davanti a temi costituzionali ogni singolo parlamentare si assume liberamente le sue responsabilità”.
Lunedì in Aula si svolgerà la discussione generale ma sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate da Forza Italia il voto potrebbe essere rinviato da martedì prossimo a quello successivo, quando si inizierà a votare gli emendamenti. La maggioranza vorrebbe infatti dedicare la settimana al ddl sui reati ambientali, così da approvarlo. Il governo “onestamente sta facendo di tutto e di più per evitare di arrivare alla fiducia”. Lo dice – in un’intervista ad Avvenire – il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani, aggiungendo di augurarsi “che chi fa parte della storia di questo Paese e di questo partito comprenda che è responsabilità di tutti evitare di fallire questo momento storico, in cui ci si chiede di andare avanti con le riforme”.
“Se passa l’Italicum si va a votare” dice al Corriere della Sera l’esponente della minoranza dem Stefano Fassina, intervistato anche da Avvenire. Al Corsera, Fassina assicura: “noi non chiediamo voti segreti, facciamo una battaglia a viso aperto”. A suo avviso Renzi evidenzia la “volontà di marginalizzare il Parlamento sulle regole del gioco” e “se è vero che il presidente del Consiglio vuole mettere la fiducia sulle pregiudiziali di costituzionalità, siamo alla conferma della volontà pericolosa di dimostrare decisionismo. Sarebbe ancora più grave” perché “porterebbe alla marginalizzazione del Parlamento, che non è solo l’obiettivo dell’Italicum e della revisione del Senato, ma è anche pratica corrente con questo governo”.
In casa Pd vari deputati, come Giuseppe Lauricella o Rosato, dicono che con lo scrutinio segreto l’Italicum otterrebbe i voti di molti parlamentari di Movimento 5 Stelle e di Forza Italia, per cui non ci sarebbe bisogno della fiducia. “Renato Brunetta – spiega Rosato – ci spinge a mettere la fiducia per evitare questo travaso di voti”. Sullo sfondo di queste discussioni l’invito del presidente della Repubblica Mattarella durante la cerimonia per il 25 aprile è stato: “Mi auguro che, nella libertà del confronto politico, si possano trovare convergenze finalizzate al bene comune”, anche perché “non è vero che siamo imprigionati in un presente irriformabile”.