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Gli spari si trasformano in zuffa politica

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Il sangue dei feriti era ancora caldo sul selciato di Macerata, dove stamattina un 28enne italiano ha sparato dalla sua auto sui passanti di pelle nera, quando alcuni tra i maggiori rappresentanti politici italiani e lo scrittore Roberto Saviano hanno iniziato ad accollarsi reciprocamente responsabilità, a vari livelli, per l'accaduto.

Salvini: “Invasione di immigrati porta a scontro sociale”

Il fatto che il presunto autore degli spari, il marchigiano Luca Traini, sia stato candidato con la Lega alle elezioni amministrative di Tolentino nel 2017, ha coinvolto il Carroccio nella polemica, i cui vertici sono riuniti oggi a Bologna per la presentazione dei candidati alle elezioni del 4 marzo. “Chiunque spari è un delinquente, a prescindere dal colore della pelle”, ha precisato Matteo Salvini, che ha anche aggiunto: “E' chiaro ed evidente che un'immigrazione fuori controllo, un'invasione come quella organizzata, voluta e finanziata in questi anni, porta allo scontro sociale“.

L'ondata di accuse alla Lega

Salvini ha comunque l'indice puntato contro da parte di vari esponenti della sinistra. Debora Serracchiani, presidente del Pd del Friuli-Venezia Giulia, sbotta sui social network contro gli esponenti leghisti chiedendo al segretario nazionale Salvini e al deputato Massimiliano Fedriga di “prendere immediatamente le distanze”. E aggiunge: “L'odio genera solo odio e cieca violenza”.

Contro Salvini anche Pietro Grasso, presidente del Senato e candidato alle prossime politiche come leader di Leu. “Chi, come Salvini, strumentalizza fatti di cronaca e tragedie per scopi elettorali è tra i responsabili di questa spirale di odio e di violenza che dobbiamo fermare al più presto”, osserva l'ex magistrato, che infine agita lo spettro del totalitarismo: “Il nostro Paese ha già conosciuto il fascismo e le sue leggi razziali. Non possiamo più voltarci dall'altra parte, non possiamo più minimizzare”.

Ancora più diretto lo scrittore Roberto Saviano, che utilizza Twitter per lanciare i suoi strali verso Salvini. “Lui e le sue parole sconsiderate sono oramai un pericolo mortale per la tenuta democratica”, afferma.

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Renzi: “E' tempo di calma”

Matteo Renzi predica invece calma lanciando da Facebook “un appello a tutti, ma proprio a tutti, alla calma e alla responsabilità”. L'ex primo ministro ha poi aggiunto: “L'uomo che ha sparato, colpendo sei coetanei di colore, è una persona squallida e folle. Ma lo Stato è più forte di lui. Quell'uomo si è candidato con la Lega Nord e oggi ha sparato anche alla sede del Pd di Macerata: verrebbe facile tenere alta la polemica verso chi ogni giorno alimenta l'odio contro di noi. Ma sarebbe un errore: è tempo di calma e di responsabilità, davvero“.

L'incontro tra Minniti e Gentiloni

Subito dopo gli spari, il ministro degli Interni, Marco Minniti, ha incontrato a Palazzo Chigi il premier Paolo Gentiloni. Dopo pranzo Minniti si è recato a Macerata per partecipare alla riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. Il presidente del Consiglio ha telefonato al sindaco di Macerata, Romano Carancini, per manifestargli apprezzamento per le parole di responsabilità istituzionale con le quali il primo cittadino si è rivolto ai suoi concittadini.

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