Il Consiglio superiore della magistratura ha approvato il nuovo regolamento interno in una seduta straordinaria presieduta dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. Le nuove regole pongono fine alle nomine a pacchetto, che hanno favorito gli accordi a tavolino tra le correnti, e introducono per la prima volta, a certe condizioni, la pubblicità nei lavori delle Commissioni: ci sarà quando si discute della scelta dei capi degli uffici giudiziari, se lo richiede un terzo dei componenti. Si ridisegnano anche i rapporti tra i consiglieri e il Comitato di presidenza: i primi potranno chiedere all’organo di vertice di riesaminare le sue decisioni sul rigetto delle richieste di aperture di pratiche e in caso di conferma il vice presidente ne darà conto in plenum.
Il regolamento è passato con 18 voti a favore e 7 astenuti, i togati di Magistratura Indipendente e i laici di centro-destra Antonio Leone e Maria Elisabetta Casellati e Pierantonio Zanettin. Insieme i due gruppi avevano presentato emendamenti soprattutto sulle nomine a pacchetto, sulla programmazione dei lavori del Csm e sul Comitato di presidenza che pero’non sono passati. Hanno invece votato “convintamente a favore”il primo presidente, Giovanni Canzio, e il PG della Cassazione, Pasquale Ciccolo.
Quello del Csm è “un ruolo difficile e spesso poco compreso”, ma ha “una funzione fondamentale per la democrazia costituzionale” ha detto Mattarella. Il suo obiettivo, ha evidenziato il presidente della Repubblica è “tutelare al meglio l’autonomia e l’indipendenza della magistratura”. Secondo il vicepresidente Legnini con il nuovo regolamento le correnti della magistratura hanno uno strumento che consente loro di esprimere il meglio di sé, “abbandonando le peggiori pratiche, soprattutto sulle nomine”.