Il Governo corre ai ripari dopo l’attentato di Parigi. Alfano non ha usato mezzi termini per definire “l’elevatissimo” stato di allerta nel nostro Paese. E anche se gli esperti dell’intelligence sostengono che la situazione in Italia sia più tranquilla di quella francese non è possibile abbassare la guardia, nemmeno per un istante. Anche perché gli jihadisti hanno dimostrato di poter attaccare ovunque e in qualunque momento. L’eccidio di Charlie Hebdo estende di fatto la lista degli obbiettivi sensibili: non solo centri del potere economico, politico o religioso, ma anche luoghi di diffusione del libero pensiero, vale a dire gli stessi simboli delle conquiste occidentali in materia di libertà.
In più è stata dimostrata la pericolosità dei foreign fighters, cellule disorganizzate e per questo ancor più pericolose. In assenza di un coordinamento centrale delle loro azioni pianificano le loro azioni in un lasso di tempo ridotto. Proprio a questa tipologia di terroristi sarà dedicato il giro di vite annunciato dall’esecutivo. Si tratta di misure su cui si lavora da mesi ma i fatti di Parigi hanno reso necessaria un’accelerazione. Secondo quanto filtra dal Viminale il testo prevede la possibilità di punire i combattenti e non solo i reclutatori come oggi avviene. Si punta poi ad adottare uno stretto controllo di polizia su soggetti a rischio radicalizzazione.