Nè statalismo nè liberismo spinto. Sembra essere questo il motto che fa da sfondo alle parole pronunciate da Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il quale, intervistato dal Corriere della Sera, torna sul tema delle concessioni dello Stato ai privati. “Nazionalizzare? Io credo sia necessario discutere seriamente di quel che vogliamo fare dei veri beni dello Stato“, esordisce il leghista. Giorgetti, d'altrode, afferma di voler “aprire la discussione sul modo in cui ciò che è oggetto di concessione possa restituire il massimo bene ai cittadini”. Sulla possibilità di nazionalizzare o meno le autostrade italiane, Giorgetti afferma che “al momento parlarne è assolutamente prematuro. In concreto, bisogna verificare l'esito della procedura di annullamento della concessione alla società Autostrade. A quel punto si può decidere con qualche indicazione in più. O si può anche fare un'altra gara per vedere le condizioni che puoi spuntare”.
Secondo Giorgetti, “non ci sono tabù”. Egli ricorda che “l'autostrada del Brennero (A22) sarà gestita in house, in deroga alla norma europea. Il punto è valutare bene, caso per caso. Il tutto Stato non è buono, ma neanche il tutto privato. Credo che valga per ogni bene dello Stato: i beni veri dello Stato non sono gli immobili di cui si parla sempre. Sono le concessioni: quanto prende lo Stato dall'acqua minerale che compriamo a 2 euro a bottiglia? Quanto dal metano sotto terra o dalle concessioni televisive? Quanto dall'etere in cui viaggia il segnale dei telefonini? Io credo che lo Stato debba fare periodiche valutazioni. E poi, scegliere per il meglio”. “Di certo – prosegue – ora dobbiamo fare un ragionamento sulle concessioni in scadenza o scadute”. E sul fatto che anche la Lega aveva votato il decreto 'salva Benetton' del 2008, il sottosegretario commenta: “Ma non lo so… io ho scoperto giusto oggi che nemmeno ero presente alla votazione…”.