Tutto pronto per la visita del sottosegretario allo Sviluppo economico, Michele Geraci in terra statunitense. La carica istituzionale sarà impegnata in un viaggio tra Washington, Boston e New York con l'obiettivo di rafforzare i rapporti economici con gli Stati Uniti, da sempre legati all'Italia per quanto riguarda le esportazioni. Questo emerge da un comunicato reso noto quest'oggi, nel quale è specificata l'intenzione dell'esecutivo italiano di approfondire le discussioni circa al rischio di eventuali dazi che potrebbero colpire le aziende italiane, minando sul settore dell'export, da sempre prolifico, tra i due Paesi: a colloquio con “alcuni membri” dell'amministrazione di Donald Trump, il sottosegretario intende spiegare “le pesanti conseguenze che avrebbero sul tessuto industriale italiano, in particolare nei settori automobilistico e agroalimentare, che rappresentano alcune delle nostre eccellenze industriali” specifica la nota.
Il TTIP
Al centro delle discussioni, il Trattato di liberalizzazione commerciale transatlantico tra Europa e Stati Uniti (TTIP), nato con l'idea di favorire la commercializzazione dei prodotti tra i Paesi dell'Europa e gli Stati Uniti attraverso l'eliminazione di dazi e dogane. Del TTIP si parla da molto tempo, anche se il presidente Donald Trump ha espresso scetticismo su alcuni punti. Ma critiche sono giunte anche dall'Unione Europea. A non convincere i partner del Vecchio Continente sarebbe, infatti, la mancanza di trasparenza dell'accordo, nonostante passi per una maggiore chiarezza siano già stati compiuti – dal 30 maggio del 2016, infatti, gli “addetti ai lavori” possono visionarne il contenuto ed esaminare i punti più controversi. Anche i produttori non sono particolarmente entusiasti: la libera circolazione di beni Made in Usa andrebbe a minare la concorrenza dei prodotti europei a discapito della qualità. È noto, infatti, che alcuni prodotti statunitensi non sono soggetti a una “etichettatura trasparente”, oltre ad utilizzare sostanze che, in UE, sono ritenute nocive per la salute umana – come l'uso di ormoni. In Italia, ciò potrebbe comportare il ridimensionamento delle piccole aziende che puntano sulla qualità, finora tutelate proprio dai dazi doganali. Per questo, il sottosegretario Geraci ha dichiarato – come sottolineato nella nota – di voler “rassicurare il nostro tessuto produttivo che il settore agricolo non sarà compreso in questo Trattato, che invece riguarderà i beni strumentali“.
In ascolto delle imprese
Durante la visita, il governo italiano intende anche ribadire il suo aiuto alle imprese italiane che operano negli Stati Uniti, vagliare le loro difficoltà allo scopo di implementarne l'inserimento in un tessuto internazionale tanto quanto prepare il terreno all'innesto di altri progetti di start-up tricolore. Il prossimo 11 luglio, infatti, inizieranno gli stage all'estero previsti dal Global start-up program nato per favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese italiane in territori, come quello statunitense, molto più dinamici e prolifici. Come specifica la nota, il programma, promosso dal Governo italiano con l'Agenzia italiana per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, mira a “consentire alle nostre start-up di fare quel passo upscale difficile da fare in Italia, sviluppando prodotti con le loro controparti americane e avendo accesso a canali di finanziamento molto più sviluppati di quelli nostrani”. Infine, l'incontro sarà anche l'occasione per illustrare le iniziative del Governo italiano per l'imprenditoria agli interlocutori a stelle e strisce.