Erano trascorsi esattamente dieci anni da quando un Presidente del Consiglio italiano si era per l'ultima volta recato in India: l'ultimo, infatti, era stato Romano Prodi, nel 2007. Quello che ha iniziato il premier Gentiloni, sbarcando a Nuova Delhi nella giornata di ieri, non sarà soltanto un viaggio diplomatico ma anche un'occasione per tessere e rafforzare quelle reti commerciali fondamentali tra l'Italia e il Paese asiatico. Anche per questo, oltre alla tappa indiana, il presidente si recherà in altri Stati dell'area del Golfo persico. Un impegno non certo da poco dal momento che, nei dieci anni intercorsi fra la visita di Prodi e quella di Gentiloni, il caso dei Marò (i due fucilieri della Marina militare accusati di aver ucciso due pescatori indiani) è intervenuto a scuotere considerevolmente le acque nei rapporti bilaterali fra l'Italia e l'India nel febbraio 2012 creando, di fatto, un 'congelamento' delle relazioni diplomatiche e commerciali fra le due Nazioni.
Sguardo sul commercio
Con il suo viaggio, il premier svolgerà una serie di incontri (alcuni dei quali già svolti, il primo al memoriale di Gandhi e, in seguito, al Rashtrapati Bhavan, residenza ufficiale del presidente dell’India) che, in un certo senso, dovrebbero contribuire a riallacciare (o quantomeno ad ammorbidire) i rapporti fra i due contendenti e, senza dubbio, a creare i presupposti per un futuro di maggiore stabilità commerciale: non va dimenticato che, sul territorio indiano, operano ben 600 aziende nostrane per un interscambio nel primo settore pari a 4,6 miliardi di euro. Numeri importanti che, certamente, saranno una variante da tenere in seria considerazione nel programma di viaggio del premier. Una visita che, peraltro, è stata salutata in maniera piuttosto positiva dalle autorità e dai media dell'India, concordi nel definire quella di Gentiloni, già alla vigilia, una “visita che rafforzerà le relazioni economiche e politiche”.
Gentiloni riapre i rapporti
Moderato ottimismo, dunque, fermo restando un periodo di impasse diplomatica che qualche inevitabile strascico lo ha lasciato, dal trattenimento a oltranza dei due Marò ai continui rinvii processuali da parte del Tribunale indiano senza che, di fatto, fosse possibile per l'Italia intervenire. Con la trasvolata intercontinentale di Gentiloni, però, sembra prevalere la volontà di “ripartire” da zero, come invocato anche dalla stampa del Paese: basti pensare che, a partire da ieri, anche i voli diretti per Nuova Delhi della compagnia Alitalia sono ripresi regolarmente. Un segno, magari, di buona volontà in vista del futuro economico-politico dei due Paesi in quella che, come auspicato dalle autorità locali, sarà “un'occasione importante per riallacciarsi con una grande democrazia”.