Dopo la sua relazione all’Assemblea delle Nazioni unite a New York, durante la quale ha concentrato le sue attenzioni (e quelle della comunità internazionale) sui temi della Libia e delle migrazioni letti in uno spirito di multilateralità (con particolare insistenza sul ritorno dell’Onu nel Paese nordafricano), il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha stabilito un’intesa con Emmanuel Macron e Theresa May che, attraverso una collaborazione dei tre governi con i più grandi nomi del web, si svilupperà come una campagna contro la propaganda del terrorismo online. L’incontro ad alto livello fra i tre leader politici, avvenuto a margine dell’Assemblea generale al Palazzo di vetro, ha determinato le condizioni per l’avvio di una politica di opposizione alla diffusione di contenuti deprecabili sulla rete, attraverso le quali è stato chiesto ai rappresentanti di realtà informatiche come Google, Facebook, Microsot e Twitter un impegno maggiore per lo scambio di informazioni sensibili.
Gentiloni: “Necessario un fronte comune”
Assieme a una maggiore attenzione sulle pubblicazioni dei contenuti, i tre leader hanno invocato una più rapida rimozione di elementi che inneggiano al terrorismo e alla violenza: “Quello che è emerso chiaramente da molte iniziative che abbiamo fatto quest’anno – ha spiegato il presidente Gentiloni – è che solo attraverso una risposta comune da parte dei governi, del settore privato e della società civile saremo in grado di affrontare il cattivo uso di internet e dei social network da parte dei terroristi”. In questo senso, il premier si è detto soddisfatto per l’istituzione del “Global internet forum to countre terrorism”, strumento di contrasto pensato dai giganti del web (tra i quali i maggiori social network), attraverso il quale accrescere la consapevolezza dei rischi del web e coinvolgere istituzioni politiche e accademichein un percorso di prevenzione condiviso.
“La presenza dei leader del settore privato e dei rappresentanti della società civile oggi è molto indicativa – ha sottolineato Gentiloni riferendosi ai rappresentati delle aziende informatiche a New York -, dimostra il loro impegno ad aiutare i governi a trasformare internet e i social network in spazi di dialogo genuino e di democrazia”.