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Gender nelle scuole. Ministro Fedeli rassicura i genitori

In un caldo pomeriggio di mezza estate, è avvenuto ieri presso il Ministero dell’Istruzione un incontro tra il capo del dicastero, Valeria Fedeli, e alcuni esponenti dell’associazionismo familiare, in campo per combattere la diffusione dell’ideologia gender nelle scuole. Erano presenti Giusy D’Amico (Non si tocca la famiglia), Filippo Savarese (Generazione Famiglia), Chiara Inannarelli (Comitato articolo 26) e Tony Brandi (Associazione ProVita).

Un nuovo “patto educativo”

L’incontro era stato richiesto a seguito di una petizione al ministro Fedeli in cui si chiede di discutere un nuovo “patto educativo” tra scuola e famiglia ed a seguito della manifestazione del 17 giugno a Roma in cui le organizzazioni hanno domandato garanzie chiare per il diritto dei genitori di esonerare i propri figli da progetti scolastici su temi delicati – come l’educazione sessuale e la cosiddetta educazione di genere – quando non rispettano le scelte culturali delle famiglie, e di poter disporre di un’attività alternativa.

Le rassicurazioni della Fedeli

Nel corso dell’incontro di ieri, come trapela dalla voce di alcuni degli esponenti presenti, la Fedeli ha dichiarato che per lei di “generi” ve ne sono solo due : maschile  e femminile. Ha poi riconfermato di voler sostenere la necessità del consenso informato preventivo dei genitori in merito a corsi che riguardino temi sensibili, giudicando inadeguato il metodo attuale, in cui il genitore presta una sorta di delega in bianco al momento dell’iscrizione del figlio a scuola.

Il “Manifesto educativo degli insegnanti”

Sono state inoltre consegnate al ministro Fedeli i nominativi dei primi quattrocento docenti firmatari del “Manifesto educativo degli insegnanti”. Il documento – spiega l’Associazione Non si tocca la famiglia – è volto a “valorizzare la libertà educativa dei docenti nel rispetto della libertà educativa della famiglia”.

“Speriamo seguano i fatti”

Brandi ha dichiarato: “Spero che ciò che si è detto nell’incontro di oggi si traduca in realtà concreta: ci aspettiamo quindi che il Ministro si adoperi  affinché i dirigenti scolastici ottemperino l’obbligo di informare preventivamente i genitori rispetto alle attività curricolari ed extracurricolari su certi temi, e che quindi ad esse non partecipino i figli di quelli che non hanno dato l’assenso”.

La necessità di restare vigili

La soddisfazione per l’incontro di ieri non dirime tuttavia la necessità di tenere alta la guardia. Già il precedente ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, aveva rassicurato circa la tutela delle famiglie riguardo all’insegnamento del gender nelle scuole. Eppure, sottolinea l’Associazione ProVita, nel corso dell’ultimo anno scolastico, si sono contati diversi progetti contro il bullismo che poi si sono poi rivelati “lezioni” tenute da gruppi riconducibili al mondo lgbt.

Quindi, conclude Brandi: “Non smetteremo di vigilare. Continueremo a fare pressione sulle istituzioni, ma invitiamo i genitori ad essere sempre presenti nella vita scolastica dei figlioli e a segnalarci tutte le iniziative che ritengono lesive del loro diritto ad educare i propri bambini”

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