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FUNERALI CASAMONICA, GABRIELLI: “NON HO DETTO CHE ROTOLERANNO TESTE”

Il funerale show di Vittorio Casamonica è stata “una vicenda gravissima”, che “ha dato l’impressione di una città non controllata”, ma originata in sostanza da un difetto di circolazione delle informazioni tra le forze dell’ordine. E’ come ha definito la vicenda il prefetto di Roma Franco Gabrielli dopo il Comitato per la sicurezza, e ha sottolineato di non aver mai detto che “rotoleranno teste” per il “bug”, la falla che ha permesso al clan criminale di fare una processione di 250 auto e poi le esequie choc.

Il prefetto ha annunciato però la creazione di “un nuovo modello informativo, un gruppo di raccordo con tutte le forze dell’ordine, per indirizzare ai vertici del sistema le informazioni che servono. Per segnalare le priorita’”. Perchè “le informazioni c’erano seppure indirette – ha detto Gabrielli – polizia e carabinieri avevano contezza che di lì  a poco ci sarebbe stato il funerale di un personaggio se non di spicco tecnicamente criminale, comunque il capostipite di una famiglia”. “Ma le informazioni – ha concluso – non hanno raggiunto i vertici che avrebbero potuto assumere decisioni”. Il questore Nicolò D’Angelo, insomma, rappresentato al Comitato dal vicario Luigi De Angelis. Se avesse saputo del funerale – questa la versione del prefetto – “avrebbe potuto attivare il divieto con prescrizione previsto dal Testo unico sulla sicurezza”, e impedire le modalità fastose del funerale che tanto hanno indignato. Provvedimento già deciso per la messa di suffragio del boss dei Casamonica, prevista per mercoledì prossimo, a una settimana dalla morte, che dovrà svolgersi in forma strettamente privata. Il rito si terrà nella parrocchia vicino casa di ‘zio Vittorio’, a Casal Morena, scartata per le esequie perché troppo piccola.

“Probabilmente tutti noi siamo stati strumento inconsapevole dei Casamonica che volevano che quella celebrazione avesse il risalto che ha avuto”, ha detto Gabrielli, con una critica anche ai mezzi di informazione. Quanto ai provvedimenti disciplinari, dopo aver più volte difeso il questore – “che non sapeva” del funerale -, Gabrielli ha demandato ogni decisione alle singole forze di polizia, assolvendo in anticipo il carabiniere della prima notifica. Il prefetto, affiancato dal vicesindaco di Roma Marco Causi – Ignazio Marino è in vacanza – dal comandante provinciale dei carabinieri e da quello della Finanza, ha parlato di “disdoro che la vicenda ha arrecato” a Roma.

“Ha dato l’immagine di una città in cui alcuni soggetti hanno fatto ciò che ritenevano opportuno fare”, ha detto. Sottolineando però che le forze dell’ordine non hanno scoperto i Casamonica giovedì scorso, ma da anni li perseguono con arresti, sequestri di beni e condanne. Il nuovo coordinamento ideato per impedire altri episodi simili comprenderà “il capo di gabinetto della prefettura – ha riferito il prefetto -, quello della questura e ufficiali di analogo rango di carabinieri, Finanza, municipale e Forestale”. Il raccordo informativo avrà una sperimentazione di due mesi, Gabrielli ha affrontato anche il tema dell’elicottero che ha sparso petali di rose sul funerale di Vittorio Casamonica. “Se fosse stato un terrorista sarebbe stato un problema per tutti”, ha detto, ma per questi casi serve “un’intelligence preventiva”. Il vicesindaco Causi, dopo aver rivelato che già una quarantina di case comunali risultano in mano a esponenti di “cosche criminali”, tra cui i Casamonica, ha lanciato un appello contro la mafia: “Alle forze civiche e sociali della città affinchè si uniscano in questa battaglia. Serve coraggio e la piena unità tra istituzioni e società civile”.

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