Le dichiarazioni del senatore Ugo Sposetti hanno riacceso la polemica sui vitalizi dei parlamentari, movimentando il dibattito politico di questi ultimi giorni di agosto in vista della ripresa dell’iter per l’abolizione in programma a settembre. Il senatore Pd sostiene che “con la legge approvata alla Camera è stata lesa la dignità del Parlamento e delle istituzioni. Quello che succederà al momento del voto non lo so, io non vado a cercare i favorevoli e i contrari. Faccio la mia battaglia come ho sempre fatto. So che sono molti ad essere contrari al provvedimento e che, come me, pensano che occorra difendere il Parlamento e chi ci lavora”. Perché, sottolinea l’ex tesoriere dei Ds, “alla Camera” nel ddl Richetti (Pd), “non hanno tenuto conto del fatto che c’è la dignità del Parlamento e colpire retroattivamente solo chi ci lavora è colpire la politica”. A tutto questo si aggiunge il dato tecnico di una legge “che è palesemente incostituzionale“.
I distinguo di Zanda
A dargli in qualche modo manforte sono arrivate anche le dichiarazioni del presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda: “Nessuno vuole affossare la riforma dei vitalizi, ma è necessario fare una buona legge che possa superare qualsiasi vaglio costituzionale – ha affermato – Vogliamo tutti una buona legge e per questo, in Senato, il provvedimento sarà esaminato in tutti i suoi aspetti”.
Insorgono i grillini
Apriti cielo. Da parte delle opposizioni è immediatamente partito il fuoco di fila delle accuse. I primi a sparare a palle incatenate sono stati i capigruppo alla Camera e al Senato del MoVimento 5 Stelle, Simone Valente ed Enrico Cappelletti: “Il Pd getta la maschera: nessuna rinuncia al privilegio. La legge che taglia le pensioni privilegiate, come noi avevamo denunciato, sarà insabbiata al Senato, per stessa ammissione degli esponenti dem. Richetti e tutti i parlamentari democratici dovrebbero vergognarsi, perché continuano a prendere in giro i cittadini italiani”. I due esponenti pentastellati hanno poi aggiunto: “Il loro bluff, come quello delle altre forze politiche, ormai è chiaro a tutti. Il Pd vuole affossare una proposta di legge del Pd che, solo grazie alle battaglie e all’insistenza del MoVimento 5 Stelle, è arrivata all’attenzione della Camera. Ricordiamo, infatti che, pur di accelerare l’iter parlamentare del taglio delle pensioni privilegiate, noi abbiamo rinunciato alla quota riservata all’opposizione, per smascherare la melina dem e far approvare la legge. Ma è evidente che il Pd non vuole rinunciare al privilegio”. Nel mirino anche le dichiarazioni di Zanda: “Sull’abolizione dei vitalizi l’ipocrisia del senatore Zanda è quasi pari alla sua schizofrenia. Infatti, solo due giorni fa l’esponente dem affermava che è legittimo pensare che la legge sui vitalizi non sarà votata al Senato. Ed oggi, ipocritamente, ci viene a dire che occorre un ulteriore esame di costituzionalità sul testo. Praticamente una provocazione ed un pretesto ipocrita che servir ad insabbiare il provvedimento fino a fine legislatura. Si legge Sposetti ma si scrive Zanda. Quest’ultimo, infatti, è d’accordo il collega Sposetti nell’insabbiare il testo, ma non può dirlo apertamente. Questa è la coerenza del Pd” accusa una nota dei parlamentari cinquestelle nelle commissioni Affari costituzionali.
La Lega incalza
Anche la Lega si è fatta sentire con il suo segretario Matteo Salvini che su Facebook insiste: “Senatori del Pd non vogliono tagliare i vitalizi. Vergogna! Taglio dei vitalizi e legittima difesa: la Lega è pronta ad approvare queste due leggi. Subito. Renzi e Alfano che faranno secondo voi?”. Il ddl era stato approvato lo scorso 26 luglio alla Camera con 348 voti favorevoli (quelli di Pd, M5S, Sinistra Italiana, Lega, Fratelli d’Italia e Scelta Civica), 17 no (Ap) e 28 astenuti (Mdp) mentre Forza Italia pur senza abbandonare l’aula non partecipò al voto. Il dibattito in Senato è previsto a settembre, alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva.