Trovo vergognoso e inaccettabile il post Facebook dal sapore negazionista pubblicato alla vigilia del Giorno del Ricordo dall'Anpi di Rovigo secondo il quale le foibe sono una invenzione dei fascisti“. Lo afferma Luca De Carlo, deputato veneto di Fratelli d'Italia, annunciando una interrogazione parlamentare al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e per conoscenza ai ministri dell'Interno, della Difesa e dei Beni culturali. “Vogliamo sapere – aggiunge De Carlo – come possa una sezione di un'associazione che riceve centinaia di migliaia di euro di finanziamenti statali e locali permettersi di insultare le tante vittime del regime di Tito e i loro parenti. Il Presidente Conte spieghi come vengono spesi i finanziamenti accordati all'Anpi e soprattutto se non sia il caso di rivederli in virtù di queste e altre dichiarazioni di pessimo gusto rilasciate sempre dalle varie sezioni dell'Anpi. Inoltre, chiediamo se questo post non sia in contrasto con la legge sul negazionismo – con tutto ciò che ne consegue – e se il presidente del Consiglio non ritiene, per impedire che casi del genere non si ripetano, di organizzare insieme alle associazioni degli esuli, iniziative straordinarie per diffondere la verità storica, in particolare tra le giovani generazioni”. Secondo Luciano Sandonà, consigliere regionale veneto del gruppo Zaia Presidente, “è sconcertante e allarmante vedere come un’associazione che si vanta di tramandare la storia e la memoria neghi pubblicamente, attraverso i social, una tragedia immane come quella delle foibe in nome di un’ideologia seguita ormai da pochi nostalgici bolscevichi”.
Casapound: “Frasi di gravità inaudita”
Duro il commento di Marco Venuto, esponente di Casapound Rovigo. “Sono frasi di una gravità inaudita che oltraggiano e infangano la memoria di molti nostri connazionali trucidati e torturati da innocenti, comprese donne e bambini. Auspichiamo una ferma condanna da parte di tutte le forze politiche cittadine, le associazioni e i sindacati contro queste vergognose affermazioni”. Casapound invita dunque “tutti i partiti politici così come le forze espressione della società civile, a commemorare i nostri fratelli infoibati il 10 febbraio con una manifestazione comune che dia un segnale ad associazioni come l’Anpi, che lanciano su altri gravi accuse di nefandezze, mentre sono loro a macchiarsi del peggior negazionismo“.
Il precedente di Roma
Polemiche analoghe ci sono state nei giorni scorsi a Roma. L'associazione “Giuliano Dalmata nel cuore“, come si legge sul suo profilo Facebook, ha inviato una lettera alla sindaca Virginia Raggi sottolineando che “Il Comune di Roma ha dato il permesso all'Anpi di divulgare presso le scuole di secondo grado l'iniziativa 'Italia e Jugoslavia nella seconda guerra mondiale”. Evento che secondo l'associazione di esuli giuliano dalmati “sposta di 180 gradi quello che è realmente accaduto in quelle terre martoriate nel dopoguerra alla popolazione civile tra foibe e conseguente esodo di 350.000 italiani, dimenticando completamente la collaborazione (documentata) tra partigiani della Brigata Garibaldi e partigiani titini“. Poi la missiva prosegue: “Si farà lei garante che l'Associazione partigiani non faccia passare il messaggio che tutti gli infoibati erano fascisti e uccisori di popolazioni slave?”. E conclude con la domanda: “Sarebbe giusto – si domanda ancora – far scrivere la storia dei campi di concentramento nazisti ai tedeschi che erano nelle Ss?”.
Il tweet di Anpi Rovigo incriminato