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Ferrazza e Brencich fuori dalla commissione

Ancora in piena emergenza per quanto riguarda i due tronconi del Ponte Morandi, arriva dal Ministero dei Trasporti la notizia che il professor Antonio Brencich, scelto dal ministro Toninelli per la commissione ispettiva del Mit sul crollo del viadotto, ha rassegnato le proprie dimissioni e che, in contemporanea, è stata altresì disposta la revoca della presidenza di commissione a Roberto Ferrazza, avvenuta per “ragioni di opportunità in relazione a tutte le istituzioni coinvolte in questa vicenda”. Una posizione, quella dei due, già al vaglio in quanto entrambi erano stati fra i firmatari del via libera ai lavori per il ponte poi crollato in base al piano di Autostrade. Nella nota ministeriale che annuncia la cessazione del loro lavoro, il Mit ringrazia Brencich “per il lavoro fin qui svolto e per il gesto che mostra grande professionalità e sensibilità istituzionale”, annunciando che a breve entrerà in commissione Alfredo Principio Mortellaro, dirigente Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Toti: “Serve il dissequestro per demolizione”

Intanto, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha confermato che il ponte dovrà essere demolito e che avverrà a breve: “Resto convinto che le operazioni tra abbattimento e ricostruzione durino un anno”. Il governatore ha poi precisato che, “come richiesto ieri da una lettera che sollecitava Autostrade, la società si è presentata alla struttura commissariale per dirci che sta lavorando alla messa in sicurezza e demolizione dell’intero manufatto, che può svolgersi con diverse procedure e diversi impatti sull’area. Non ci sono piani di dettaglio, abbiamo dato alla società tempo fino a venerdì prossimo. Il piano dovrà essere sottoposto prima alla Procura, perché serve il dissequestro dei tronconi del ponte, e poi andrà sottoposto ai nostri tecnici, quindi andrà in giunta”.

I lavori

E Toti conclude spiegando che, se si procederà “con esplosioni, per la demolizione del ponte, e non è detto che questo avvenga, al momento non sappiamo quanto questo impatterà sulle abitazioni sottostanti. E' un’opera complessa l’abbattimento, tanto quanto la sua costruzione e si incrocia con tante variabili, dal traffico alla presenza degli stabilimenti. Ci sono tante ipotesi potrebbero anche cambiare in corso d’opera”. Restando convinto che il tutto durerà un anno, ha comunque precisato che “non sappiamo come reagirà il ponte alle sollecitazioni né cosa comporterà il piano, quali sono le traiettorie di crollo durante la demolizione, cosa comporterà la messa in sicurezza. Direi una bugia se dicessi quali case verranno abbattute, in quale sequenza e quanti potranno rientrare”.

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