“Si tratta di controlli di routine”. È quanto affermato in una nota dall’ex sindaco di Torino Piero Fassino e dall’ex assessore al Bilancio Gianguido Passoni, in merito all’istruttoria avviata dalla Corte dei Conti sul bilancio del Comune piemontese del 2015 e sulle previsioni del 2016, ai tempi della giunta di centrosinistra. Secondo le indagini, ci sarebbe stato un uso anomalo delle risorse: l’amministrazione di centrosinistra avrebbe dichiarato avanzi di bilancio in realtà inesistenti.
“La Giunta che fino all’anno scorso ha governato Torino – spiegano nella nota – ha applicato nel rispetto di norme e leggi, l’introduzione delle novità portate dall’armonizzazione contabile, compresa la complessa procedura di riaccertamento straordinario dei residui”.
Fassino era in carica dal 16 maggio 2011 fino al 30 giugno 2016 quando era stato sostituito dall’attuale Prima Cittadina, Chiara Appendino del Movimento 5 Stelle.
Lui e Passoni ribattono anche alle dichiarazioni della neo sindaca definendole “strumentali e intempestive” e “volte a preparare il terreno per la presentazione del bilancio di previsione 2017”. Inoltre, sottolineano come questo sia il primo caso in cui un documento preliminare, sia stato diffuso “violando la riservatezza istruttoria”.
“Ci hanno lasciato in eredità una situazione disastrosa, in pochi mesi non si possono fare miracoli”, si leggeva in un post pubblicato sulla pagina Facebook del M5S torinese. Durissimo anche il commento della deputata grillina Laura Castelli che aveva definito l’ex sindaco “uno stregone” accusandolo di aver manomesso i conti. Più legegri i commenti della sindaca, che ieri si era limitata a scrivere: “Abbiamo sempre sostenuto che negli anni passati si fosse dipinta una città che non esisteva. Torino ha le energie per risolvere i problemi accumulati negli anni e sono certa che comprenderà anche i sacrifici che ciascuno potrà essere chiamato a fare”.
“Le modalità e le tempistiche delle polemiche sui conti – rincara in risposta alle polemiche pentastellate la nota Fasino-Passoni – confermano la volontà di confondere la città e la sua maggioranza sull’ormai incolmabile distanza tra le promesse di campagna elettorale e la realtà del governare, come dimostrato dalla recente scelta di utilizzo degli oneri di urbanizzazione per finanziare la parte corrente”.