Farah Diba, la ragazza pakistana residente a Verona che era stata riportata in patria con l'inganno per costringerla ad abortire, è tornata in Italia dopo alcuni giorni trascorsi nella residenza dell'ambasciatore italiano ad Islamabad. E' atterrata stamattina alle 7.30 all'aeroporto di Malpensa su un volo in arrivo da Abu Dhabi. La diciannovenne ha passato i controlli di rito ed è poi stata fatta uscire dallo scalo da un passaggio secondario ed è stata accompagnata in una località segreta.
Alfano
“Farah è finalmente tornata in Italia e si trova adesso in un luogo sicuro – ha commentato il ministro degli Esteri, Angelino Alfano -. Grazie al lavoro diplomatico dell'ambasciata italiana a Islamabad e alla collaborazione con le autorità pakistane”.
“Non l'ho ancora sentita, non so dove sia adesso, ma spero di poter vederla presto”. Lo ha detto Christian, il 19enne fidanzato della ragazza sentito oggi telefonicamente.
La vicenda
La diciannovenne frequentava l'ultimo anno dell'istituto professionale Sanmicheli ed era fidanzata con un ragazzo di Verona. Qualche mese fa era rimasta incinta e, insieme al suo ragazzo, aveva deciso di tenere il bambino. Ma a gennaio i familiari l'avevano riportata in Pakistan e costretta ad abortire. “Mi hanno fatto una puntura e hanno ucciso il mio bambino. Mio padre vuole che mi sposi qui”, aveva raccontato attraverso Whatsapp alle amiche e al fidanzato che si erano immediatamente attivati con le autorità italiane.
La sua vicenda era stata presa immediatamente in carico dalla Farnesina nonostante Farah non abbia la cittadinanza italiana. Vivo il ricordo della terribile morte di Sana, la 25enne di Brescia uccisa in Pakistan dal padre e dal fratello perché voleva sposare il ragazzo di cui si era innamorata in Italia.