Cambiano improvvisamente tutte le carte sul tavolo dell'affare Ilva: con una nota inoltrata ai commissari straordinari, infatti, l'ArcelorMittal, tramite il gruppo Am InvestCo Italy, ha comunicato la volontà di rescindere l'accordo per l'affitto degli impianti tarantini, con acquisizione delle attività di Ilva Spa e di alcune controllate, acquisite in base all'intesa del 31 ottobre di un anno fa. Nel comunicato, il gruppo franco-indiano spiega di aver “chiesto ai Commissari straordinari di assumersi la responsabilità delle attività di Ilva e dei dipendenti entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione”. Una decisione che spiazza tutte le componenti interessate nello stabilimento, governo compreso, che ha convocato per questo un vertice d'urgenza per definire la situazione, con un incontro al Ministero dello Sviluppo economico fra i ministri Stefano Patuanelli (Mise), Giuseppe Luciano Provenzano (Sud) e Sergio Costa (Ambiente). E anche le sigle sindacali restano in allarme: “Apprendiamo la notizia della volontá di ArcelorMittal di comunicare ai commissari la volontà di recedere il contratto – ha detto il segretario nazionale della Fim Cisl, Marco Bentivogli -. Significa che partono da oggi i 25 giorni per cui lavoratori e impianti ex Ilva torneranno all'Amministrazione Straordinaria. Tra le motivazioni principali, il pasticcio del Salva-imprese sullo scudo penale. Un capolavoro di incompetenza e pavidità politica: non disinnescare bomba ambientale e unire bomba sociale”.
La recessione
La recessione dal contratto, significherà tirare una riga sugli investimenti da 1,1 miliardi che ArcelorMittal si impegnava a garantire scaduto il periodo di affitto di 18 mesi. Una decisione, quella di rescindere, che mette in bilico gli oltre 10 mila posti di lavoro che Ilva impiega ma che il gruppo spiega nel comunicato anche da un punto di vista formale: “Nel caso in cui un nuovo provvedimento legislativo incida sul piano ambientale dello stabilimento di Taranto in misura tale da rendere impossibile la sua gestione o l'attuazione del piano industriale, la società ha il diritto contrattuale di recedere dallo stesso contratto”. La motivazione cardine, ruota attorno al fatto che, secondo Arcelor, “il Parlamento italiano ha eliminato la protezione legale necessaria alla Società per attuare il suo piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale, giustificando così la comunicazione di recesso”. In sostanza, l'assenza di protezione legale farebbe venire meno i presupposti per la realizzazione del piano ambientale, per via dei rischi di responsabilità penale.