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Ex Ilva, accolto il ricorso: l'altoforno 2 resta acceso

E'stato accolso il ricorso al Tribunale del Riesame di Taranto presentato dai commissari dell'ex Ilva, scongiurando così lo spegnimento dell'Altoforno 2 degli impianti pugliesi e, di conseguenza, la cessazione dell'attività siderurgica all'interno del complesso industriale. La decisione del Tribunale annulla di fatto quella del giudice Francesco Maccagnano di respingere l'istanza di proroga dell'uso dell'impianto (sequestrato nel 2015 dopo l'incidente mortale dell'operaio Alessandro Morricella, investito da una fiammata) risalente al 13 dicembre scorso. L'ennesima svolta del dossier Ilva, che consentirà al governo di tornare a trattare con ArcelorMittal, in quanto gli stessi affittuari (così come i commissari) avevano indicato nello spegnimento dell'altoforno l'equivalente di uno stop immediato all'attività produttiva e, di rimando, un ostacolo praticamente insormontabile alle trattative per risolvere la crisi dell'ex Ilva. Decisione che, peraltro, arriva nella giornata in cui alcuni operai, nelle prime ore del mattino, avevano occupato il tratto di strada che separa gli impianti dalla raffineria Eni, protestando per il mancato rifinanziamento dell'integrazione salariale per oltre 2 mila cassintegrati.

Cronoprogramma

Al momento, con il ricorso accolto e lo stop al respingimento dell'istanza di proroga, i commissari esprimono soddisfazione, consapevoli che il Tribunale del Riesame dà sostanzialmente il là a un cronoprogramma di interventi che dovrà essere espletato entro il 2021. Secondo quanto scrivono i giudici, infatti, “a decorrere dalla data di deposito della presente ordinanza 6 settimane per l’adozione dei cosiddetti dispositivi attivi a decorrere dalla data del 19 novembre 2019; 9 mesi per l’attivazione del caricatore automatico della massa appare nella Mat; 10 mesi per l’attivazione del campionatore automatico della ghisa; 14 mesi per l’attivazione del caricatore delle aste della Maf e sostituzione della Maf”. A stretto giro arriva il commento di Rocco Palombella, segretario del sindacato Uilm, che parla di “scongiurato il pericolo di fermata dell’Afo 2 e dell’ex Ilva. Ora ArcelorMittal rispetti le prescrizioni vincolanti emesse dal Giudice del Riesame per evitare di avere nei tempi prescritti rischi di incidenti, e non ritrovarci nelle medesime condizioni al termine dei tempi stringenti previsti dal dispositivo giudiziario. Ora chiediamo il rientro al lavoro dei 1.273 in cigo e dei circa 1.900 in cigs per evitare migliaia di esuberi strutturali”.

La protesta dei cittadini

Nel frattempo, i cittadini di Taranto continuano a manifestare le loro istanze contro l'attività degli impianti siderurgici, accogliendo la decisione del mancato stop all'altoforno con amarezza: “Niente: tanto vale questa città – scrive su Facebook il movimento 'Giustizia per Taranto -. Ancora una volta a vincere sono le ragioni del profitto su quelle della sicurezza e della salute. Afo 2 potrà godere dell’ennesima proroga concessa alla fabbrica della morte. Forse troppe le pressioni su questo delicato giudizio: in primis quelle dell’ennesimo Governo che cerca scorciatoie per la soluzione di un problema tanto drammatico, da richiedere soluzioni ben più complesse, lungimiranti e coraggiose”. I cittadini di GpT sostengono che “proprio a questo servissero le due visite ravvicinate di Conte a Taranto: alzare il livello psicologico dello scontro e mettere sotto pressione Procura e Magistratura, sebbene la prima non ci risulta aver mai opposto resistenza alla continuità produttiva”.

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