Il sostituto procuratore generale della Cassazione Francesco Iacoviello ha chiesto di dichiarare prescritto il maxi-processo Eternit per disastro ambientale e, di conseguenza, di annullare la condanna a 18 anni di carcere per l’unico imputato, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny. L’imputato era stato condannato dalla corte d’appello di Torino il 3 giugno 2013. La prima sezione penale emetterà il verdetto, probabilmente, la prossima settimana. La signora Romana Blasotti, 85 anni portati benissimo nonostante i cinque lutti che l’amianto ha causato alla sua famiglia, guida l’Associazione Familiari e Vittime dell’Amianto e stamani è arrivata in Cassazione accompagnata dal figlio Ottavio Pavesi: “Vogliamo giustizia e siamo convinti che l’avremo, dopo 35 anni di lotte” ha detto.
“Quando abbiamo iniziato la nostra battaglia – spiega la signora Blasotti – sapevamo di doverlo fare per i nostri giovani, perché a loro non capitasse di morire a causa dell’amianto, ma non ci siamo riusciti: a Casale si continua a morire al ritmo di 50-60 decessi all’anno”. Adesso però, almeno una cosa si è riusciti ad ottenerla: il Comune di Casale è stato autorizzato dal governo a spendere i fondi per la bonifica del territorio fuori dai vincoli di bilancio. ‘Mamma’ Romana ha visto morire nel 1983 il marito, appena andato in pensione, poi una sorella, un nipote, una cugina e da ultima anche una figlia. Tutti morti per le polveri di amianto. Insieme a lei sono arrivati da Casale altri 70 concittadini su un pullman e altrettanti sono arrivati chi con il treno, chi con la macchina.