Sciopero di un giorno della redazione di Sky Tg24 per protestare contro il piano di esuberi e trasferimenti verso il nuovo quartier generale di Milano decisi dall’azienda. La programmazione è stata sospesa con una decisione del Comitato di redazione, secondo cui il piano di ridimensionamento comporterebbe “lo sradicamento del nostro telegiornale che dalla prima edizione del 2003 va in onda a Roma e che, nella Capitale, ha costruito la sua credibilità dimostrando di essere protagonista nel panorama informativo italiano”.
Ai giornalisti del format all news condotto da Sarah Varetto è arrivato l’appoggio della Federazione nazionale della stampa italiana e delle Associazioni regionali di Roma e Milano. “Esprimiamo la nostra solidarietà ai giornalisti e confermiamo l’impegno a mettere a disposizione tutte le risorse della Federazione della stampa per trovare una soluzione alla vicenda – affermano, in una nota, il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti -. Condividiamo, inoltre, l’iniziativa annunciata dal ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, di voler convocare un tavolo su questa vertenza”. La Fnsi auspica che Sky metta fine al “muro contro muro” e “accetti di discutere nel merito per salvaguardare la qualità dell’informazione e tutelare le professionalità e l’occupazione. I licenziamenti sono inaccettabili, tanto più in un’azienda che non più tardi di qualche mese fa, come è stato anche rilevato in alcune interrogazioni parlamentari, vantava pubblicamente i suoi successi in termini di ascolti e di fatturato“.
Solidali anche i colleghi del Tg5. Il cdr del telegiornale del Biscione chiede un intervento “urgente di mediazione di Governo e Parlamento per tutelare la qualità dell’informazione e l’occupazione nel settore dei media in un momento difficile nella vita del Paese”.
Il piano di esuberi e trasferimenti è stato varato nell’ottica di un recupero della competitività di Sky dopo l’esplosione delle piattaforme streaming come Netflix e Amazon. Queste realtà consentono l’accesso alla propria programmazione online a basso costo e hanno rapidamente conquistato ampie fette di mercato. A essere interessate dalla decisione saranno tre sedi: oltre quella di Roma (da cui partirebbero 300 lavoratori), ci sono, infatti, anche quelle di Cagliari (con 10 trasferimenti) e della stessa Milano, interessata da 80 esuberi dell’area finanza, controllo di qualità e “service & delivery”. La redazione capitolina, fortemente ridimensionata, lascerebbe gli storici studi di via Salaria e verrebbe spostata negli uffici del Quirinale, che accoglierebbe il servizio politico e quello della cronaca di Roma.