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Esce il progetto del Patto Educativo. Per la scuola più inglese e meno supplentite

 È un fascicoletto virtuale di 136 pagine e lo si può trovare sul sito “passodopopasso.italia.it”, perché è aperto a tutti e a tutti chiede partecipazione. Con l’operazione #lascuolabuona definitivamente annunciata oggi, Renzi ha voluto rendere operativo quel “Patto educativo” di cui tanto s’è parlato in questi giorni. Quello che va contro la “supplentite”, il precariato e le riforme a mo’ di diktat. E che vuole rivoluzionare il sistema scolastico italiano a partire “dal basso”.

“Una cosa diversa”

“Vi propongo un patto, non la solita riforma – Ha ribadito oggi durante la presentazione del programma, apparsa su un videomessaggio nel sito web – non il solito discorso che vi propongono tutti i politici: ‘adesso dobbiamo cambiare le regole’… No! Vi propongo una cosa diversa”. La cosa diversa che propone il premier parte da un lasso di tempo predeterminato: un anno. E in questo anno dovranno avvenire in primis lo stravolgimento della scuola italiana, e in secondo luogo “Occorrerà darle reale importanza, perché i politici di solito, quando parlano di istruzione, la mettono in fondo al sacco come una delle ultime ruote del carro”.

“Prima l’ascolto, poi le leggi”

La campagna di ascolto, quella che vuole raccogliere “consigli” da studenti e professori, partirà ufficialmente il 15 settembre, e fino al 15 novembre “sarà in giro per le scuole” – come non s’è capito – per sentire l’opinione di tutti, “nessuno si senta escluso”.  Poi, con la legge di stabilità, saranno messi più soldi sulla scuola perché farlo, secondo il presidente del Consiglio, “non è un costo ma un investimento per i nostri figli, per il futuro, per l’Italia perché chi vuole bene all’Italia vuole bene alla scuola”. Da gennaio, poi, partiranno i testi di legge.

“Guariremo dalla supplentite”

Per quanto riguarda la tanto attesa cura anti “supplentite”, il premier ha detto che gli assunti, entro settembre 2015, saranno ben 150mila. E che per assumerli sarà prodotto un piano straordinario: il provvedimento riguarderà “tutti i precari storici delle graduatorie ad esaurimento, così come tutti i vincitori e gli idonei all’ultimo concorso”. Ed è per questo motivo che affianco a questo sarà bandito un ulteriore concorso che permetterà a 40mila docenti di prendere il posto dei colleghi che andranno in pensione tra il 2016 e il 2019. Entrano poi gli scatti di stipendio per merito, mentre se ne vanno quelli di anzianità: “Si deve avere il coraggio di dire che gli insegnanti vanno giudicati”.

“Spazio all’inglese, alla digitalizzazione e all’economia”

Il fascicoletto pubblicato sul sito di passodopopasso prevede una forma di “alfabetizzazione” che va oltre la lingua italiana: sarà infatti introdotto lo studio di una materia interamente in inglese e nei programmi scolastici saranno privilegiate introduzione all’economia e al digitale. “La scuola – si legge nel documento – deve diventare una vera risposta strutturale alla disoccupazione giovanile e l’avamposto del rilancio del Made in Italy”.

Quel che ancora non è chiaro sono le risorse che il Premier, di concerto col Ministro Padoan, intende utilizzare per permettere la copertura delle spese. Ma oltre a leggere dépliant colorati e siti ben strutturati, per adesso non c’è altro da fare che attendere settembre e la legge di stabilità e infine gennaio. “Mi giudicherete nel 2017”, aveva appunto detto qualche giorno fa.

 

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Giulia Capozzi: