E'morto Carlo Maria Maggi, esponente ritenuto il responsabile della cellula veneta di Ordine Nuovo e noto per fatti di terrorismo legati all'estrema destra, con una condanna all'ergastolo per la strage di Piazza della Loggia, a Brescia, ritenuto uno dei più gravi attentati terroristici avvenuti in Italia nel corso degli Anni di piombo. Maggi aveva 82 anni e, da tempo, era costretto su una sedia rotelle in seguito all'aggravarsi di una neuropatia congenita: da anni risiedeva a Veneia, scontando ai domiciliari, per via della sua malattia, la condanna confermata in Cassazione relativa all'attentato del 28 maggio 1974. Già nel 2010 aveva ricevuto una condanna in primo grado per l'esplosione avvenuta durante un corteo antifascista nella città lombarda, venedo poi assolto per insufficienza di prove. Questo prima di un nuovo processo d'appello, al termine del quale (22 luglio 2015) era arrivata la condanna all'ergastolo.
La storia giudiziaria
Stando alle vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto, Maggi era responsabile del gruppo veneto di Ordine Nuovo ed era stato più volte colpito da ordine di arresto, ricevendo una condanna a 12 anni per reato associativo nel corso del processo per la strage di Peteano del maggio del '72 (quando un'autobomba uccise 3 carabinieri, ferendo altre due persone), e un'altra nel 1988 (a nove anni) per ricostituzione del partito fascista. La sua appartenenza al Movimento sociale italiano finì già negli anni Sessanta, espulso proprio in virtù del suo orientamento verso il terrorismo nero.