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Don Buonaiuto: “No alla divisione e alla paura”

Don Aldo Buonaiuto, sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi e direttore del quotidiano online In Terris, è intervenuto telefonicamente questo pomeriggio nella trasmissione “Dentro i fatti” che va in onda ogni giorno sul canale all news di Mediaset TgCom24. Interpellato dalla conduttrice, Claudia Vanni, don Buonaiuto si è espresso sul tema che continua a tenere banco nel dibattito pubblico nazionale, quello legato ai migranti: “Dalla nostra esperienza – ha detto il sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII – queste persone arrivano in grande stato di sofferenza, non lasciano a cuor leggero il proprio Paese di origine. Durante il tragitto subiscono veri e propri percorsi di tratta: molto spesso le donne vanno a finire nel racket della prostituzione, i giovani in quello dell'accattonaggio e i bambini spariscono non si sa bene dove”.

Dignità e rispetto

Don Buonaiuto ha voluto mettere l'accento sulla sofferenza che queste traversate comportano per chi si trova a doverle affrontare: “C'è – ha detto il direttore di In Terris – un dramma umano che parte da questi Paesi africani, come nel caso specifico degli eritrei della Diciotti. Partono per cercare una speranza ma tanti , poi, non ce la fanno e finiscono i loro viaggi nel deserto e nel Mediterraneo“. Per questo motivo, don Buonaiuto ha esortato a “parlare con rispetto per la dignità delle persone” di questi argomenti perchè “il nostro è sempre stato un Paese civile e solidale”  che ha mostrato “rispetto profondo per queste storie”.

Italia meta di passaggio

Sollecitato dalla giornalista Claudia Vanni, il sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII ha fornito, in virtù della sua esperienza sull'argomento trattato, la sua versione sull'allontamento dei 16 migranti della nave Diciotti dal centro “Mondo Migliore” di Rocca di Papa: “Normalmente – ha detto il religioso – per quello che riguarda gli eritrei, gran parte di loro transitano in Italia per raggiungere altri Paesi, specialmente Germania e Svezia”.

Non sono prigionieri

Queste persone, ha ricordato don Buonaiuto, “non sono obbligate a rimanere nei centri di assistenza ma sono liberi di allontanarsi volontariamente per raggiungere amici e parenti. Non sono prigionieri, non si possono trattenere, si possono muovere in massima libertà pur dovendo rispettare le leggi. Ma nel caso della decina di migranti che hanno lasciato Rocca di Papa, risulta che tutti si siano fatti identificare per poi presentare regolare domanda di asilo”.

Migranti non è sinonimo di delinquenti

Don Aldo Buonaiuto ha poi concluso il suo intervento con un appello: “Attenzione a non coniugare la parola 'migranti' con quella 'delinquenti'; penso sia un gravissimo errore che va a fomentare la divisione e la paura, come ricorda la Chiesa agli italiani”.

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