Il dl Sicurezza continua ad essere una spada di Damocle sul capo del Governo giallo-verde. Dopo l'annuncio che sarà messa la questione di fiducia, non arretra il moto d'agitazione all'interno del M5s, con i dissidenti che restano fermi sul punto di non votare a favore del decreto.
Dissidenti 5stelle fermi sul punto
“Come voterò sul decreto sicurezza? La notte porta consiglio. Ma credo che uscirò, non parteciperò al voto perchè la mia contrarietà è al provvedimento non al Governo”. Così Matteo Mantero, senatore 'dissidente' del Movimento 5 stelle, in un'intervista al Corriere della Sera. Sull'eventualità di subire sanzioni dal Movimento, il senatore spiega: “La pena di morte per ora non c'è, quindi non sono preoccupato. Se ci saranno sanzioni le accetterò“. “Apprezzo gran parte dell'attività dell'esecutivo. Avrei voluto votare contro il decreto in santa pace, ma non è stato possibile – spiega Mantero -. Se mi puniscono? Ognuno si prende le sue responsabilità. Chi vota e chi non vota. Ma rientra nella normale dialettica del parlamentare poter non votare provvedimenti che non condivide”. Stamattina sono iniziate le dichiarazioni di voto dei senatori, dopo di che si passerà alle votazioni, il cui esito è atteso per le 12 circa.
Gli attriti nella maggioranza e le parole distensive di Conte
Restano tensioni nella maggioranza per quanto concerne lo stop alla prescrizione, cavallo di battaglia del M5s su cui la Lega ha più di qualche remora. “Noi stiamo lavorando all’accelerazione dei processi penali – ha detto il primo ministro Giuseppe Conte a ‘Dimartedì’ – e stiamo depotenziando la prescrizione: secondo la proposta del M5s, dopo il primo grado non scatterebbe più. Ovviamente su questa proposta ci riuniremo, è una proposta del M5s, non è stata ancora votata”. “La soluzione è sacrosanta, ci consenta di metterla a punto dal punto di vista tecnico”, sottolinea Conte che aggiunge: “nel contratto M5s-Lega si sono impegnati a rivedere la prescrizione con una riforma efficace”.