Dimissioni in massa a Forza Italia. Berlusconi respinge. Per ora

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Ormai lo scontro in Forza Italia è totale. Il partito di Berlusconi si fa sentire all’indomani delle trattative del Quirinale, in cui è stato costretto a subire la candidatura di Sergio Mattarella da parte del Premier Renzi. Secondo indiscrezioni infatti sembra che molti parlamentari azzurri sarebbero in rotta verso la Lega di Salvini. Raffaele Fitto è in prima fila contro la linea di Silvio Berlusconi e del patto del Nazareno. A tenere banco la nuova sfida che lancia: rinnovare la classe dirigente del partito e ovviamente un cambio di linea rispetto all’asse del patto con Renzi. Fitto punta il dito contro gli errori delle ultime settimane e chiede di fare presto: “Non si può più derogare, ce lo chiedono milioni di elettori che ci abbandonano ogni giorno come dimostrano i sondaggi”. L’ex ministro propone l’unico metodo che garantisce la partecipazione dei cittadini: le primarie, per il ricambio della classe dirigente. “I ruoli – ha dichiarato – compreso il mio, si devono assumere non perché si viene nominati ma perché si viene eletti”.

Intanto, in un incontro a Palazzo Grazioli, Berlusconi ha riunito un incontro con tutti i fedelissimi in un ufficio di presidenza ristretto, durante il quale tutti i vertici del partito, anche capigruppo e vicecapigruppo in Parlamento, hanno consegnato nelle mani del leader le proprie dimissioni. Ovviamente sono state subito respinte dal Cavaliere che ha confermato loro la sua piena fiducia. Il Capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, aveva chiesto di poter votare in uno scrutinio segreto le cariche di capogruppo alla Camera e al Senato. Ma la faida aperta è grande e i parlamentari vicini a Fitto bollano quanto avvenuto come un teatrino.

I dubbi più grandi, comunque, riguardano il Nazareno. Il leader degli azzurri ha dichiarato ieri: “Da ora in poi diremo sì solo a ciò che ci convince”. Oggi al vertice del partito è finito sul banco il patto, e Fi sostiene che è stato Renzi il primo a disattendere la parola data, per cui il primo partito dell’opposizione si sentirà più libero di valutare di volta in volta quanto proposto senza vincoli politici. A spiegare la rottura è l’eurodeputato Giovanni Toti: “Il patto del Nazareno noi lo riteniamo rotto, scegliete voi come possiamo dire, congelato, finito”. Prosegue spiegando che se il governo ha intenzione di continuare la strada delle riforme, non dovrebbe essere così sereno, stando ai numeri di Forza Italia. Risponde pronto il Pd con il vicesegretario Debora Serracchini: “Se il patto del Nazareno è finito, meglio così. La strada delle riforme sarà più semplice. Arrivare al 2018 senza Brunetta e Berlusconi per noi è molto meglio”.