Più di 645mila auto del gruppo Volkswagen acquistate in Italia saranno richiamate per “manutenzione” dopo lo scandalo “dieselgate”. Sono 361.432 Volkswagen, 197.421 Audi, 35.348 Seat, 38.966 Skoda e 15.291 Volkswagen Veicoli Commerciali. La casa di Wolfsburg sta cercando di risollevare la testa, promettendo interventi tempestivi. “Abbiamo di fronte una grande sfida, riconquistare la fiducia dei consumatori”, ha affermato Rupert Stadler, numero uno di Audi, marchio coinvolto nella truffa. Il caso non ha ripercussioni, almeno per ora, sul mercato italiano che a settembre segna una nuova crescita del 17,2% con 130.071 immatricolazioni e un totale da inizio anno di 1.196.270 consegne, il 15,3% in più dell’analogo periodo 2014.
Parla di “segnali incoraggianti” l’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere. E’ ottimista Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor: “non vi sono ragioni – spiega – per ritenere che nell’ultimo trimestre dell’anno il mercato italiano possa rallentare nel recupero a due cifre iniziato nel 2015”. Tirano un sospiro di sollievo i concessionari Volkswagen e Audi, invita a evitare allarmismi sulle auto di nuova produzione l’Anfia. Le preoccupazioni però restano. “Il rischio è molto grosso, non gioisco in nessun modo. Si rischia un impatto a cascata in Italia”, ha affermato il vice ministro dell’Economia Carlo Calenda. F