Sul contratto di governo “sono stati sciolti tutti i nodi”, eccetto uno: il premier. Movimento 5 Stelle e Lega se ne occuperanno “nei prossimi giorni“.
Verso la fumata bianca
La partita, ha aggiunto Luigi Di Maio dopo il vertice con Matteo Salvini (l'ultimo secondo il capo politico del M5s), verrà chiusa “formalmente” stasera. Domani il programma “verrà messo ai voti online”. Quindi, ha ribadito, “sono stati fatti notevoli passi avanti”. Ma alla richiesta se sia stato già contattato il Quirinale per andare a riferire al capo dello Stato sull'accordo e sulla premiership, il leader M5s ha replicato: “Non vi dico niente. Non vi do scadenze“. Fra tanti misteri su tempi e modalità almeno una certezza: il conflitto d'interessi è nel contratto. “C'era in tutte le bozze” ha sottolineato Di Maio.
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Qualche particolare in più lo hanno fornito esponenti del M5s contattati dall'Agi. Ci sono correzioni “sul Jobs Act per risolvere il problema della precarizzazione del lavoro“. E c'è un capitolo ancora aperto sulle grandi opere, in attesa di una “conoscenza approfondita dei costi-benefici” che riguarderebbe, in particolare, Tav e Terzo valico. “Non c'è più nulla sull'euro – viene spiegato ancora – il riferimento è stato tolto. E' stato inserito qualcosa sull'alienazione genitoriale, sui Vigili del fuoco, sul reddito di cittadinanza è stato modificato il limite temporale ma trovata una formula per incentivare i centri per l'impiego a offrire lavoro”. Cambia anche il comitato di conciliazione “affinché non sia in contrasto con la Costituzione, da entrambe le parti si è compreso che bisognava trovare una formula diversa. E' stata tolta una parte su come era fatto e sulle votazioni perché sembrava quasi una cosa parallela al Consiglio dei ministri“. Non si sarebbe discusso di deficit mentre “sono state accolte le nostre richieste sul tema immigrazione affinché nei centri di detenzione temporanea degli immigrati irregolari siano garantite condizioni umanitarie e sanitarie”.