Riunione dei ministri del Movimento 5 Stelle per superare l'impasse sulla prescrizione che rischia di minare l'accordo di governo con la Lega.
Vertice
Di ritorno dalla Cina, Luigi Di Maio riunirà i “suoi” capi dicastero per fare il punto e cercare possibili soluzioni. L'argomento è stato oggetto di dibattito alla Camera, dove le forze di minoranza hanno chiesto al presidente Roberto Fico di intervenire in merito al rispetto delle norme sull'ammissibilità degli emendamenti e sul timing dei lavori dell'Assemblea, visto che il ddl anticorruzione dovrebbe approdare in Aula lunedì prossimo, ma le due commissioni competenti, Affari costituzionali e Giustizia, non sono ancora entrate nel merito dell'esame. “Prendo atto delle vostre valutazioni e senza dubbio, ove necessario, vedrò in merito al rispetto delle norme regolamentari, come ho sempre fatto” ha risposto Fico.
Il dibattito
L'emendamento presentato dal Guardasigilli, Alfonso Bonafede, prevede uno stop del decorso della prescrizione dopo la sentenza di condanna di primo grado. La norma ha incontrato le resistenze della Lega e la ferma opposizione degli avvocati penalisti, che promettono una “lotta dura” in caso di approvazione. “Chiediamo il ritiro dell'emendamento sulla prescrizione, riservandoci in caso contrario le iniziative e le risposte più dure in difesa del diritto costituzionale dei cittadini alla ragionevole durata del processo” ha detto Gian Domenico Caiazza, presidente dell'Unione camere penali. L'Anm, da parte sua, giudica “utile” la misura, a patto che siano anche adottati una serie di “interventi organici e di sistema finalizzati a snellire le procedure e accelerare i processi, altrimenti si rischia di rendere inefficace la riforma della prescrizione, di vanificare gli obiettivi ad essa sottesi e di peggiorare la situazione delle Corti d'appello già in sofferenza”. Assieme alla prescrizione, ha spiegato il presidente Francesco Minisci, “occorre pensare, ad esempio, alla riforma del sistema delle notifiche per ridurre i tempi necessari alla comunicazione degli atti, ad aumentare i tipi di reato, a partire dalla corruzione, per i quali se cambia un giudice durante il processo non si deve iniziare tutto daccapo, con anni di dibattimento sprecati e regalati alla prescrizione, alla rivisitazione del divieto di aumentare la pena in appello, al rafforzamento dei riti alternativi e deflattivi, che dovevano essere la rivoluzione del nuovo codice ma che hanno prodotto risultati poco virtuosi rispetto alle potenzialità che possono avere, alla redistribuzione delle piante organiche dei magistrati, verificando quali sono gli uffici con maggiori sofferenze e lì andare in aiuto, e alla copertura dei rilevanti vuoti di organico del personale amministrativo, a partire dal reclutamento degli oltre 1.800 idonei dell'ultimo concorso, prima che la graduatoria scada”.