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Di Maio insiste: “No a FI”

Sì a un governo Lega-M5S in cui non sia né Di Maio né Salvini il presidente del consiglio ma senza FI e Berlusconi. La proposta del leader pentastellato arriva a “In mezz'ora in più“, su Rai 3 ma assomiglia tanto a una mossa strategica alla quale sembra improbabile che il leghista possa aderire. “E' una cosa che Matteo Salvini sa da un po': se il punto è realizzare cose per gli italiani e quell'ostacolo è Luigi Di Maio premier scegliamo insieme un presidente del Consiglio a condizione che questo sia a capo di un governo politico M5S-Lega e realizzi fatti come l'abolizione della Legge Fornero o il reddito di cittadinanza. Una soluzione va trovata se il rischio è un altro algido governo tecnico”.

Veto su Berlusconi

“Ci mettiamo attorno a un tavolo io e Salvini e scegliamo insieme una personalità che possa rappresentare l'elettorato che ci ha votato, purché sia una personalità in grado di capire e comprendere il momento storico” ha aggiunto. Il veto su Berlusconi è irremovibile: “Finchè Salvini diceva 'scegliamo un premier di centrodestra' la mia persona era l'argine perché non ci fosse un premier di centrodestra – ha spiegato Di Maio – Io faccio un passo indietro, Salvini fa un passo indietro, ma c'è un'altra persona che deve farlo. Quando Berlusconi ha cominciato la sua esperienza politica, io facevo il primo anno di liceo. Nella Terza Repubblica i cittadini fanno un passo avanti e i politici fanno un passo indietro”.

L'alternativa è il voto

Di Maio arriva a smentire quello che è evidentemente sotto gli occhi di tutti (“L'impuntatura a Luigi Di Maio premier non c'è mai stata”) per poi ribadire che l'unica alternativa è tornare alle urne perché “per il governo del presidente oggi non ci sono numeri, perché se noi non ci siamo e non c'è la Lega di Salvini, mancano i numeri” e che è possibile farlo entro la fine di giugno o i primi di luglio.

Gasparri: “Proposta basata sul nulla”

Immediata la risposta di FI attraverso una nota di Maurizio Gasparri: “Il finto passo indietro del capo grillino si baserebbe sulla frantumazione della coalizione di centrodestra. Quindi la sua è una proposta basata sul nulla, sulla divisione della coalizione che ha preso più voti alle ultime elezoni e che non si realizzerà perché Berlusconi, Salvini e Meloni continueranno a procedere insieme, sia in parlamento e nella politica nazionale che sui territori, dove nei giorni scorsi proprio questa coalizione ha inflitto sonore sconfitte ai grillini nel Molise e nel Friuli-Venezia Giulia“. “Di Maio – aggiunge – fa il quaquaraqua, parla al vento del nulla, facendo una sintesi mirabile della sua inconsistenza personale. Noi chiediamo che il governo sia politico, si basi sul centrodestra, affronti il nodo della legge elettorale. Altrimenti saranno gli elettori, prima o poi, a regolare i conti con la nullità grillina che non è riuscita a dare uno sbocco al consenso ricevuto”.

Vertice a Palazzo Grazioli

Una risposta unitaria dei leader dei tre partiti di centrodestra porebbe arrivare in tarda serata: Salvini, Berlusconi e Meloni, infatti, si vedranno a cena a Palazzo Grazioli per discutere la posizione comune da assumere domani nel corso delle consultazioni al Quirinale per la formazione del governo.

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