Abbiamo espresso al presidente della Repubblica la nostra preoccupazione sulla situazione siriana, pensiamo che ogni tipo di uso di armi chimiche sia intollerabile. Questa escalation internazionale impone una accelerazione del Governo”. Lo ha detto il capo politico del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, in uscita dal Quirinale al termine del suo turno di consultazioni con il presidente della Repubblica Mattarella: “Nella formazione chiediamo un contratto di governo sul modello tedesco con Salvini e Martina – ha detto il leader pentastellato -. Li avrei incontrati volentieri ma abbiamo ritenuto che i tempi non fossero ancora maturi”. Poi fa il punto sulle possibili intese e torna a strizzare l'occhio a Salvini: “Il Pd non sta aiutando, è fermo sulle sue posizioni. Con la Lega invece il Parlamento sarebbe subito operativo. Abbiamo una sinergia con il Carroccio, come già dimostrato con i vitalizi”. Il problema, ancora una volta, è la presenza di Forza Italia: “Prendiamo atto oggi, ancora una volta, che Berlusconi e Salvini sono orientati a un governo solo di Centrodestra. E' una posizione che io non comprendo. Salvini si sta ostinando a propinare una coalizione di Centrodestra, tuttora divisa, e non a un governo di cambiamento con noi”. E su Berlusconi: “Ha fatto una battutaccia nei nostri confronti, quindi è evidente il loro passo indietro. Sembra vogliano tornare al voto. Ora se ne prendano la responsabilità davanti al Paese. Berlusconi faccia un passo di lato e permetta l’inizio di un nuovo governo del cambiamento”.
Teatrale
“L'uno parla, l'altro “mima”. Si svolge così l'intervento dei leader del Centrodestra dopo il nuovo round di consultazioni. Con Silvio Berlusconi che lascia il microfono a Matteo Salvini ma ne segue passo passo le parole, sottolineando sottovoce i punti centrali, come a ribadire che, nonostante l'affermazione della Lega il 4 marzo, il leader della coalizione resta lui. Ne esce un siparietto che, meglio di ogni altra analisi, racconta la realtà del centrodestra di oggi. Da una parte la necessità di rispettare i patti (e quindi Salvini dovrà indicare il candidato premier), dall'altra quella di confermare l'unità di intenti. Nel mezzo c'è tutto Berlusconi, che proprio non riesce a stare lontano dalle scene e, quindi, si ritaglia un ruolo da “gobbo” teatrale. Quasi a dire: “Faccio parlare lui ma il discorso è mio”. E alla fine, dopo aver fatto allontanare Salvini e Meloni si rivolge ai giornalisti. “Fate i bravi. Sappiate distinguere chi è democratico e chi non conosce nemmeno l'abc della democrazia. Sarebbe ora di dirlo chiaramente a tutti gli italiani”. Il riferimento è al Movimento 5 Stelle che al centrodestra ha posto il suo veto proprio su Berlusconi e Forza Italia.
L'intervento di Salvini
“Se continuasse il gioco dei veti e delle tattiche – ha detto Salvini – mentre gli italiani soffrono vuol dire che la richiesta di cambiamento emersa dalle elezioni del 4 marzo sarebbe disattesa. Speriamo non sia così per l'Italia, per noi è il valore più grande”. Da qui un invito alle forze politiche “a partire dal Movimento 5 Stelle” a mostrare “altrettanta responsabilità nei confronti del Paese”. La coalizione, ha aggiunto, è pronta a farsi carico di “questa responsabilità unitariamente, formando un governo forte e di lunga durata”. E' necessario, ha spiegato ancora, “un governo che sulle cose concrete, da fare, non certo sui veti, sulle pregiudiziali, sui tatticismi, sui no e sull'arroganza dei singoli possa trovare una maggioranza stabile tra forze politiche responsabili. Il centrodestra è pronto a farsi carico di questa responsabilità unitariamente (lo sillaba anche Berlusconi ndr) cioè con una partecipazione di tutte le forze del centrodestra Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia“, promuovendo governo “guidato da una personalità indicata dalla Lega come forza politica che ha ottenuto più voti nella coalizione che ha vinto le elezioni“. Salvini ha poi detto di avere fiducia “nell'equilibrio e nella saggezza del Presidente (Mattarella), cui abbiamo rappresentato una serie di provvedimenti che gli italiani aspettano: la riduzione delle tasse, il lavoro, i giovani, la riforma delle pensioni, la lotta alla povertà, il sostegno a terremotati e una ferma opposizione all'immigrazione clandestina, la riforma della giustizia e la liberazione dall'oppressione burocratica”.
Martina
Prima del centrodestra a incontrare Mattarella è stato il Partito democratico. “Le forze che hanno prevalso la smettano col tira e molla, le tattiche, i tatticismi, i personalismi estremi e la grande incertezza che stanno generando, se sono all'altezza della situazione” ha detto Maurizio Martina. Il Paese, ha spiegato il reggente del Pd, “ha il bisogno di scelte chiare: chi ha prevalso ha il dovere di dire cosa vuol fare senza continuare con i balletti di polemiche pubbliche che nascondono solide intese di occupazione” di incarichi. Il Partito democratico, ha aggiunto, ha ribadito l'impegno a “lavorare su alcune questioni prioritarie, fondamentali per il Paese, lo abbiamo ribadito oggi con grande convinzione: questa è la funzione fondamentale del nostro partito in un momento particolare come questo a maggior ragione”. In tutto questo il Pd continuerà il “suo lavoro, innanzitutto in Parlamento” e a “supportare l'azione del presidente della Repubblica con spirito di responsabilità”. Per Martina un rinvio nella formazione del governo in attesa del risultato delle prossime regionali sarebbe “inaccettabile“.
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