Il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha parlato a margine della conferenza stampa seguita all'incontro con l'ArcelorMittal, il gruppo francoindiano assegnatario della gara sull'Ilva indetta dal governo Gentiloni. Per il vicepremier, gli interventi correttivi proposti dall'azienda non sono ancora sufficienti. “Abbiamo parlato soprattutto del piano ambientale”, ha detto Di Maio, rivendicando che “con l’incontro di oggi al Mise sull'Ilva si passa da un metodo in cui il mio predecessore firmava con ArcelorMittal senza dirlo neanche ai sindacati al momento in cui tutti si possono confrontare direttamente”.
Tavolo aperto a 62 sigle
L'incontro al ministero è stato accompagnato da polemiche per il numero di interlocutori invitati al tavolo, ben sessantadue. Il sindaco di Taranto, il piddino Rinaldo Melucci, ha accusato Di Maio di “dilattentismo spaccone” e ha definito il vertice di oggi una “sceneggiata”. Di Maio si è però difeso, sostenendo che vuole ascoltare tutti perchè “per anni ci sono state tante parti del Paese che non sono state ascoltate”. Un assist è arrivato dal presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, in passato molto critico verso l'ex ministro Calenda. L'ex sindaco di Bari ha, infatti, scritto su Twitter “a chi fa paura la presenza dei cittadini ai tavoli istituzionali ai quali col governo del Pd non era ammessa neanche la Regione Puglia.”
Critiche al governo Gentiloni
Nella conferenza stampa il ministro dello Sviluppo economico non ha risparmiato una stoccata a chi ha gestito il tavolo Ilva prima di lui: “se emergerà che il governo precedente ha sbagliato la gara, se ne dovrà prendere le responsabilità. Se ci saranno rilievi e criticità, reati commessi, porterò tutte le carte in Procura“.
Il piano di Mittal
Al tavolo del ministero, il gruppo francoindiano vincitore della gara ha proposto un piano che prevede entro il 2023 «una riduzione delle emissioni di CO2 per tonnellata di acciaio liquido pari al 15% rispetto ai dati del 2017».Il piano prevede anche il completamento dei lavori di copertura parchi entro giugno 2020. Misure che non sono bastate a soddisfare il ministro Di Maio che vuole maggiori rassicurazioni. Pur consapevole che i tempi sono strettissimi, il vicepremier ha specificato che il governo non intende consegnare l'acciaieria “al primo che passa”.