La Sea Watch, con i suoi 32 migranti a bordo, rischia di trasformarsi in un caso più di quanto già non sia. Dopo lo stop di Malta, con solo la concessione di rada a un chilometro dalla costa per ricevere approvigionamenti, il governo italiano ha provato a sciogliere il grosso nodo attorno alla nave ong, scendendo in campo con il vicempremier Luigi Di Maio (che nel pomeriggio ha sentito telefonicamente il premier Conte proprio per stabilire la questione e come relazionarla alle autorità maltesi) per offrire alla nave l'opportunità di accogliere donne e bambini una volta sbarcati sull'isola: “Malta faccia sbarcare subito donne e bambini da quelle imbarcazioni e li mandi in Italia – ha detto il ministro dello Sviluppo economico -. Li accoglieremo. Siamo pronti ancora una volta a dare, come sempre, una lezione di umanità all'Europa intera”.
Salvini vs Saviano
Sul punto, a ogni modo, il governo appare diviso visto che, a stretto giro, è arrivata via Facebook anche la replica del collega vicepremier Matteo Salvini: “Il traffico di esseri umani va fermato: chi scappa dalla guerra arriva in Italia in aereo non con i barconi. Possiamo inviare a bordo medicine, cibo e vestiti, ma basta ricatti. Meno partenze, meno morti. Io non cambio idea”. Parole alle quali ha replicato nuovamente Di Maio: “Dopo che donne e bambini saranno sbarcati delle due navi ong ci mettiamo al telefono con ognuno dei capi di Stato europei e li costringiamo a rispettare le quote previste per ogni Paese”. Salvini che, in giornata, era stato protagonista di un nuovo attacco da parte dello scrittore Roberto Saviano, critico sulla chiusura dei porti a Sea Watch e Sea Eye, spiegando in un video il suo dissenso in merito all'atteggiamento del vicepremier: “Mi rivolgo al ministro Salvini: smetti di fare il pagliaccio sulla pelle delle persone. Apri i porti. Basta con questa becera propaganda, basta fare campagna elettorale sulla pelle degli ultimi”. E anche a lui si è rivolto Salvini, parlando da Pescara, in replica alle accuse mosse contro la sua decisione: “Le polemiche di sindaci o di pseudo scrittori che non capiscono quello che leggono non mi toccano, perché sono impegnato a lavorare e passo il mio tempo a lavorare e non a polemizzare”.
Botta e risposta con La Valletta
Tutto, a ogni modo, passa dalla concessione di Malta allo sbarco, circostanza che sembra tutt'altro che prossima alla risoluzione. Ed è ancora Di Maio che attacca La Valletta (ma anche l'Unione europea): “Ancora una volta solo l'Italia viene chiamata in causa. Malta non fa attraccare le imbarcazioni nonostante siano nelle loro acque territoriali a un miglio dalla costa. Tutta l'Europa se ne frega. Non possiamo continuare a cedere a questo ricatto. Ma per me nessun bambino con la sua mamma può continuare a stare in mare ostaggio dell'egoismo di tutti gli Stati europei”. Proprio oggi, dalla Sea Watch uno dei migranti aveva tentato di raggiungere a nuoto le coste maltesi (distanti sì un chilometro ma di acque gelide), gettandosi dalla poppa della nave e venendo salvato dall'equipaggio con un salvagente. A ogni modo, da La Valletta arriva la doccia fredda con toni duri: “Piuttosto che fare tali dichiarazioni contro Malta e la solidarietà europea – scrive su Twitter il ministro dell'Interno Michael Farrugia -, l'Italia dovrebbe partecipare al ricollocamento dei migranti attualmente in corso. Il governo di Malta raccomanda al vicepremier italiano (Di Maio, ndr) di valutare questi fatti prima di fare dichiarazioni pubbliche ed evitare di farne di simili in futuro”.
L'opposizione
Ma, al di là del contenzioso con Malta, la divisione del governo sul caso Sea Watch non è sfuggita nemmeno all'opposizione, con il Partito democratico che alimenta la polemica: “Tutte le persone della #Seawatch devono essere messe al sicuro – ha scritto su Twitter Maurizio Martina -. Un governo che si divide sul salvataggio di essere umani è una vergogna”.