Nessuno ha chiesto le sue dimissioni, ma pretendo che il ministro dell'Economia di un governo del cambiamento trovi i soldi per gli italiani che momentaneamente sono in grande difficoltà”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, parlando all'Ansa del piano di manovra, poco prima di partire per la Cina: “Gli italiani in difficoltà non possono più aspettare, lo stato non li può più lasciare soli e un ministro serio i soldi li deve trovare”. Un pressing, quello di Di Maio, che riguarda l'intervento effettuato in mattinata dal ministro Tria al Forum Bloomberg di Milano, durante il quale aveva speigato che “gli investimenti pubblici debbono tornare ad essere il 3% del Pil nel breve termine” e che il governo ha bisogno di “recuperare un 30% di investimenti pubblici venuti meno negli ultimi anni”.
Di Maio: “Stato in ritardo di vent'anni”
Un punto, questo, sul quale il vicepremier non è disposto a indietreggiare: “Lo Stato è già in ritardo di 20 anni, ci sono famiglie italiane con figli in momentanea difficoltà, giovani senza lavoro, pensionati che con 500 euro non mangiano. Iniziamo a dare i soldi a loro. Poi semmai ci porremo il problema che non ci sono i soldi per dare stipendi a chi guadagna centinaia di migliaia di euro”. Sulla questione Tria aveva spiegato che l'obiettivo è “andare oltre la flat tax riducendo il carico fiscale sulla classe media. Siamo ad uno studio molto avanzato che ridurrà il carico fiscale sulla classe media mantenendo il budget gestibile”.
Performance da migliorare
Come spiegato da Tria durante il Forum milanese, fondamentale è “realizzare una crescita solida e sostenibile”, con l'obiettivo finale che “gli investimenti pubblici debbono tornare ad essere il 3% del Pil nel breve”. Per questo è necessario “recuperare un 30% di investimenti pubblici venuti meno negli ultimi anni”. Il governo, da questo punto di vista, “è impegnato nell'orizzonte di una legislatura di 5 anni, con una implementazione graduale della riforme”. Al momento, ha precisato, “la nostra performance è inferiore a quella di altri paesi europei che pure a loro volta hanno rallentato il passo. Il Governo punta quindi a eliminare il gap di crescita dell'1% che ci separa dai Paesi dell'Eurozona”.