A due giorni dalla scadenza del termine per presentare la documentazione delle vaccinazioni obbligatorie effettuate giungono le prime notizie di bambini cui è stato proibito l'accesso nelle aule scolastiche.
Porte chiuse
Nell'area della città metropolitana di Sulcis Iglesiente e Medio Campidano (Sardegna) decine di minori sono stati rimandati in casa dai dirigenti scolastici perché si sono presentati con la sola copia del libretto delle vaccinazioni sostenute. In alcuni casi i presidi hanno chiuso un occhio mentre in altri hanno deciso di applicare la legge alla lettera. Per essere autorizzati a seguire le lezioni, infatti, serve l'ok della Asl territorialmente competente. A Sulmona (L'Aquila) quattro bambini non sono risultati in regola e la dirigente scolastica li ha rimandati a casa ordinando alle famiglie di rispettare le prescrizioni della legge. “Si tratta di quattro differenti casi – ha spiegato all'Ansa Elvira Tonti, dirigente dell'istituto comprensivo “Serafini – Di Stefano” – due in via di risoluzione perché provocati da una semplice dimenticanza che sarà risolta già da domani. Gli altri due invece per il rifiuto dei genitori di vaccinare i figli“. Anche a Milano quattro bambini non sono potuti entrare negli asili nido e nelle materne perché non in regola.
La legge
Da oggi si avvia il meccanismo messo a punto dalla circolare congiunta dei ministeri della Salute e dell'Istruzione che impone ai dirigenti scolastici l'obbligo di inviare, entro il 20 marzo, una comunicazione scritta alle famiglie dei bambini non ancora in regola con le vaccinazioni, invitandole a provvedere. L'operatività dei presidi, ha spiegato Giannelli all'Ansa, “è dettata dalla legge, ma questa situazione per noi è lacerante e peraltro, come avevamo ampiamente denunciato, ci fa lavorare in una situazione di grande incertezza”. Anche perché, aggiunge, “noi non siamo i gendarmi della burocrazia“. In ogni caso, a suo giudizio, la situazione non si presta a dubbi o a interpretazioni di sorta: “I bimbi delle scuole materne o dei nidi non in possesso della documentazione che comprovi l'avvenuta vaccinazione o la prenotazione per adempiere all'obbligo non potranno entrare nelle scuole”. I presidi, se decidessero altrimenti, “potrebbero incorrere nel reato di omissione di atti di ufficio“.
Sistema complesso
Il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, ha sottolineato l'improrogabilità del termine del 10 marzo per la presentazione della documentazione richiesta: da oggi, dunque, i presidi che hanno già le informazioni relative ai bambini non in regola con le vaccinazioni potranno convocare le famiglie o trasmettere loro una comunicazione scritta. Nello specifico, i bambini di asili nido e scuole materne che non sono stati vaccinati e che non sono in lista d'attesa per esserlo non potranno entrare finchè la loro situazione non sarà regolarizzata. I tempi in cui questo accadrà sono variabili. Ad esempio, si prevede che possano essere più rapidi nelle Regioni che hanno adottato l'anagrafe vaccinale: in questo caso le scuole ricevono direttamente dalle Asl la situazione relativa a quanti sono in regola con le profilassi. Dove l'anagrafe vaccinale ancora non c'è è invece la scuola a dover raccogliere la documentazione dalle famiglie e questo potrebbe richiedere tempi più lunghi.