Per intralciare il cammino del ddl Boschi Roberto Calderoli ha presentato 82.730.460 emendamenti. Un numero mai visto che il senatore leghista ha dovuto raccogliere in un dvd (“altrimenti per portarli ci sarebbe voluto un tir”). La minaccia dell’ex ministro era stata ventilata nei giorni scorsi, molti però pensavano che sarebbe rientrata con un’eventuale (ma mai arrivata) intesa sul Titolo V. La mole ha spaventato tutti, compreso il presidente Pietro Grasso, e per gli uffici di palazzo Madama si profilano giorni di lavoro infernale. Basti pensare che. lo scorso agosto, c’erano volute due settimane per catalogare le 500 mila proposte di modifica presentate dalla Lega. Senza contare che che Grasso dovrà leggerli tutti per valutare le ammissibilità.
I tempi per l’esame del ddl Boschi a questo punto sono una incognita. Tanto che ci si aspetta da un momento all’altro la convocazione di una capigruppo del Senato per decidere come proseguire. La discussione generale si concluderà in giornata ma domani non sarà certo possibile passare alla fase dell’illustrazione degli emendamenti. Né sarà fattibile passare al ddl sulle unioni civili (già inserito in calendario) perché la commissione Giustizia non ha ultimato le votazioni. In ogni caso il Presidente del Senato Piero Grasso nel valutare come procedere con gli emendamenti si atterrà scrupolosamente, viene fatto notare, all’articolo 102 del Regolamento di Palazzo Madama. La norma regolamentare consente anche la cosiddetta “regola del canguro”, cioè la possibilità di fare dei salti nelle votazioni e accorpamenti degli emendamenti. Il comma 4 dell’articolo 102 infatti prevede che “Il presidente ha facoltà di modificare l’ordine delle votazioni quando lo reputi opportuno ai fini dell’economia o della chiarezza delle votazioni stesse”.