Al Quirinale è andato in scena un altro incontro informale tra il presidente Sergio Mattarella e il premier incaricato Carlo Cottarelli. I due hanno fatto nuovamente il punto della situazione, seguendo anche l'evoluzione del quadro politico, che non sta risparmiano colpi di scena dell'ultima ora.
Al lavoro
Dopo il faccia a faccia, l'economista è tornato a Montecitorio per proseguire il suo lavoro nella composizione della lista dei ministri, dopo le difficoltà registrate. Persone vicine al premier incaricato hanno riferito: “Durante l'attività del Presidente del Consiglio incaricato per la formazione del nuovo governo sono emerse nuove possibilità per la nascita di un governo politico. Questa circostanza, anche di fronte alle tensioni sui mercati, lo ha indotto – d'intesa con il Presidente della Repubblica – ad attendere gli eventuali sviluppi”.
Salvini
Le incertezze del Colle e la sfiducia annunciata per il nascente esecutivo tecnico guidato da Cottarelli, hanno, intanto, fatto ripartire il dialogo tra Lega e Movimento 5 Stelle. Anche se Matteo Salvini, da parte sua, continua a premere per un ritorno alle urne. “La riapertura di Di Maio? – ha detto il segretario leghista – Non siamo al mercato ed è anche una questione di dignità. Abbiamo provato a fare un governo con il centrodestra e poi con i cinque stelle ci hanno sempre detto no. Non svendiamo l'Italia. Leggo anche importanti commentatori che sui giornali mi chiedono di fare un gesto nobile chiedendo aiuto al Pd e allora voglio dire chiaro e tondo che noi non faremo mai un governo con Renzi e con il Pd”. Salvini ha auspicato che “si torni al voto prima possibile ma non a fine luglio perché ci sono le sacrosante ferie degli italiani e i lavoratori stagionali”. La Lega, ha annunciato, “domenica sarà in tutte le piazze italiane per chiedere l'elezione diretta del presidente della Repubblica, tanto fa quello che vuole lo stesso e allora tanto vale che lo eleggano i cittadini”. A Mattarella il leader leghista chiede di indicare la data del voto e dire agli italiani “come uscire dallo stallo: abbiamo rinunciato a posti, poltrone, presidenze e ministeri. Ci hanno sempre detto no“. All'ipotesi di un governo giallo-verde, aggiunge, “ci abbiamo lavorato per un mese inutilmente ma io ho una dignità politica e soprattutto l'Italia non è schiava di nessuno: i tedeschi si facciano gli affari dei tedeschi e i francesi quelli dei francesi ma agli italiani ci pensiamo noi”. Quanto alle alleanze “andremo al voto con chi sostiene il nostro programma perché l'Italia non può essere il paese che continua solo a dire signorsì all'Europa”.